Agente ucciso. Il fratello ricorda i terribili giorni

Andrea Lombardini fu ammazzato dai terroristi nel 1974. Gli assassini furono presi e processati.

Agente ucciso. Il fratello ricorda i terribili giorni

Agente ucciso. Il fratello ricorda i terribili giorni

Luigi Lombardini, 78 anni, operaio in pensione, residente a Santarcangelo, è il più piccolo dei sei fratelli Lombardini. Tra loro anche Andrea Lombardini (il quarto dei fratelli) carabiniere assassinato il 5 dicembre del 1974 dai terroristi.

Cosa ricorda, dopo quasi 50 anni, di quei terribili giorni dell’assassinio di Andrea? "Lui aveva lavorato in diversi posti, dalla Sardegna, alla Sicilia, al Veneto. Prima di arrivare in provincia di Bologna era stato a Roma, dove però non si trovava bene. Poi il trasferimento in provincia di Bologna. Eravamo tutti contenti perchè pensavamo che lì finalmente avesse trovato un posto tranquillo".

Chi vi diede la tremenda notizia?

"Fui il primo a saperlo. I carabinieri di Santarcangelo vennero da me, nel pomeriggio, nella ditta dove lavoravo, qualche ora dopo il fattaccio. All’inizio mi dissero che Andrea era rimasto ferito. Io compresi subito che se fosse stato solo ferito non sarebbero venuti i carabinieri sul posto di lavoro. Insistetti e loro mi dissero che Andrea era stato assassinato".

La reazione degli altri familiari?

"I nostri genitori erano già morti, il babbo Giuseppe nel 1966 a 67 anni e la mamma Rosa Vandi nel 1967 a 66 anni. La nostra famiglia era emigrata da Borghi a Santarcangelo nel 1963. Fu un colpo durissimo per noi. Quello di Andrea fu uno dei primi casi di un assassinio per mano di terroristi".

Siete rimasti soddisfatti dell’esito giudiziario?

"Gli assassini furono presi, processati e condannati. Di loro non abbiamo saputo più nulla e non ne vogliamo sapere. Sono sicuramente già liberi, ma a noi non interessa".

Come ricorda suo fratello? "Quando andò via di casa per entrare nell’Arma dei Carabinieri lui aveva 17 anni e io 10. Ricordo quando ogni tanto tornava a casa e lo vedevo arrivare in divisa. Era un tipo calmo, tranquillo, buono con tutti".

Quando decise di diventare carabiniere, come reagirono i vostri genitori?

"All’inizio non erano proprio del tutto felici. Eravamo una famiglia di contadini e tutti si lavorava la terra. Erano anni ancora duri, si lottava contro la miseria. Poi il babbo e la mamma si convinsero che Andrea aveva scelto un lavoro con uno stipendio sicuro a fine mese".

Qualcuno dei vostri figli ha seguito le orme di Andrea?

"No, nessuno. Fu una ferita troppo grande per far sì che qualcuno potesse imitare la strada intrapresa dallo zio Andrea".

Cosa vi rimane oggi di Andrea a quasi 50 anni dalla morte? "Il ricordo di una brava persona e di un caro fratello".