Agricoltura, ora l’allarme è il meteo "Siccità mai vista, serve acqua"

A gelate e aumento dei costi di materie prime e concimi si aggiunge l’assenza di precipitazioni significative. Fiumi e invasi ai minimi storici. Le associazioni: "Siamo a marzo ed è come se fossimo a luglio"

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Da una parte i costi dell’energia che lievitano giorno dopo giorno, dall’altra le difficoltà a reperire le materie prime per l’agricoltura come i concimi, e come se non bastasse si va ad aggiungere anche il problema della siccità. I drammi dell’agricoltura, in questo momento, riguardano anche i campi assetati per la mancanza di piogge. "Siamo a metà marzo ma la situazione idrica è grave, come se fossimo già in luglio" – ha affermato Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, alla trasmissione Le nostre radici su 7Gold –. La situazione idrica del fiume Po è preoccupante, la siccità è notevole ed è collegata a una condizione climatica anticipata. Abbiamo fioriture anticipate e notti fredde, e anche le gelate notturne stanno provocando problemi nelle nostre campagne".

Dal monitoraggio della Coldiretti si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po è più basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al nord. "Sono gli effetti – sottolinea Massimiliano Bernabini presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – dell’assenza di precipitazioni significative al nord dove in molte zone non piove da due mesi ed è scattato addirittura l’allarme incendi favorito dal vento".

A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico. "Una situazione che mette a rischio le coltivazioni che – sottolinea Giulio Federici direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite. Nelle campagne infatti le mimose sono fiorite in grande anticipo, e il caldo ha provocato il risveglio anticipato della natura, favorendo la vulnerabilità di alcune coltivazioni esposte ai danni provocati dall’annunciato ritorno del maltempo con repentine ondate di gelo notturno".

"Una situazione particolarmente critica perché è il terzo anno consecutivo di siccità – dice Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna –. Per ora stanno soffrendo tutti i seminativi, ma fra un po’, quando ci sarà la totale ripresa vegetativa, anche frutteti e vigneti andranno in stress idrico. La situazione è grave anche dove ci sono sistemi di irrigazione, sia con invasi interaziendali che con acqua del Cer (Canale emiliano romagnolo) che viene dal Po. A queste difficoltà si aggiunge il fatto che per irrigare serve energia elettrica o gasolio, e il rincaro dei prezzi andrà a incidere sui costi di produzione in maniera significativa. Questa situazione siccitosa conferma i cambiamenti climatici in atto, con la necessità per gli agricoltori di costruire invasi interaziendali per avere disponibilità di acqua".

Annamaria Senni