Calzaturieri, si intravede la luce in fondo al tunnel

Il distretto di San Mauro Pascoli registra un timido +0.5% dei flussi verso l’estero "Ma il comparto moda è legato alle occasioni di socialità, e l’ottimismo scema"

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di Maddalena De Franchis

Si intravede la luce in fondo al tunnel, ma il ritorno ai livelli pre-Covid è ancora di là da venire. È la fotografia dell’industria calzaturiera italiana nel primo trimestre 2021 del Centro studi di Confindustria moda per Assocalzaturifici: dopo il pauroso crollo del 2020, il graduale miglioramento della situazione epidemiologica ha favorito, a inizio anno, una parziale ripresa. Il ritmo, però, resta blando.

Resistono i distretti che basano gran parte del proprio fatturato sull’export: non fa eccezione San Mauro Pascoli, con un timido +0.5% dei flussi verso l’estero rispetto allo stesso trimestre del 2020. Il dato sulle esportazioni – trainate dalla locomotiva cinese – fa ben sperare le aziende sammauresi: la crescita cinese ha interessato in particolare l’alto di gamma e premiato, dunque, i grandi marchi del fashion. A favorire queste performance, l’espansione economica del Paese e l’ingresso diretto di merci che in precedenza transitavano da Hong Kong.

Se le prospettive per il secondo e terzo trimestre sembrano incoraggianti, sul cielo di San Mauro si addensano però fitte ombre, legate al repentino rialzo dei contagi, causati da quella che, in Asia, è già stata definita ‘quarta ondata’. "La volatilità del comparto moda è condizionata dalla circolazione delle persone e dalle occasioni di socialità cui prendere parte", spiega Roberta Alessandri, titolare di Smart Leather, tomaificio che produce semilavorati per alcune grandi firme internazionali. "In questi giorni, tra ipotesi di green pass, contagi in risalita e il terrore di un lockdown, l’ottimismo comincia a scemare".

"Per far ripartire le nostre aziende è necessario il movimento delle persone", concorda Giuseppe Zanotti, fondatore dell’omonimo marchio di calzature extralusso. "Il prolungarsi delle restrizioni ai viaggi internazionali sta avendo un notevole impatto. La Cina, per noi, non è ancora tornata ai livelli pre-Covid: il turismo cinese, sia interno che estero, è ancora frenato dalla legislazione sanitaria locale". Un’ancora di salvezza è rappresentata dal digitale: "nell’ultimo anno l’e-commerce è riuscito a compensare almeno in parte le perdite del business derivanti dalla chiusura prolungata dei negozi", conclude Zanotti.

Luci e ombre anche secondo i rappresentanti delle tre sigle sindacali: Marco Dallamora (Filctem Cgil), Elena Fiero (Femca Cisl) e Paolo Foschi (Uiltec) plaudono all’adozione, da parte del governo, di provvedimenti ad hoc per il settore moda, tra cui la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione Covid. "Sono misure che ci danno ossigeno e ci permettono di non perdere le nostre preziose maestranze", sottolineano. "Solo così saremo pronti per la vera ripartenza, che avverrà, secondo le previsioni, non prima della metà del 2022".