Carenza di manodopera nel turismo "Stipendi adeguati e contratti giusti"

La ricetta di Paolo Andreani, segretario nazionale UilTucs: "Serve maggiore stabilità nei rapporti di lavoro"

Carenza di manodopera nel turismo  "Stipendi adeguati e contratti giusti"

Carenza di manodopera nel turismo "Stipendi adeguati e contratti giusti"

di Giacomo Mascellani

"Il turismo pesa il 9 per cento sul Pil nazionale dell’Italia e coinvolge un milione di lavoratori, tuttavia pur essendo un settore forte per la nostra economia, è un anello debole nel mondo del lavoro". In questi termini ieri il segretario generale nazionale UilTucs (lavoratori turismo servizi e commercio) Paolo Andreani è intervenuto al convegno sul tema "Lavoro e legalità per un turismo di qualità" organizzato al teatro comunale di Cesenatico. Andreani, cosa vi ha spinto a scrivere un nuovo contratto per il turismo assieme alle altre categorie sindacali?

"Il contratto è uno strumento importante e ci consentirà di lavorare sulla formazione, la salute dei lavoratori e la sicurezza dei luoghi di lavoro".

Cosa rende debole questo settore?

"La maggior parte del milione di lavoratori impiegati nel turismo a livello nazionale, ha un reddito inferiore agli 11mila euro lordi all’anno e condizioni da migliorare".

Molti imprenditori, tra cui gli albergatori, lamentano un calod egli utili e quindi maggiore difficoltà a sostenere i costi della formazione dei dipendenti in orario di lavoro.

"Il settore alberghiero nella passata stagione è andato molto bene e negli ultimi anni ha avuto aiuti e benefici. Gli imprenditori devono sfruttare la possibilità di utilizzare i fondi per la formazione, perchè la quota degli oneri del 0,3 per cento sulla busta paga dei lavoratori, può essere destinato agli ammortizzatori sociali oppure alla formazione professionale, quindi è una loro scelta e non devono spendere; così come è possibile fare corsi di formazione quando non si lavora".

Sempre meno persone vogliono fare gli stagionali, lamentano retribuzioni basse e notevoli impegni richiesti; ma aumentare gli stipendi servirà ad avere più risorse umane per le imprese turistiche?

"Sicuramente una busta paga più robusta è un incentivo ed è un fattore attrattivo, anche se non l’unico; in questo senso gli imprenditori devono appoggiare le categorie sindacali per chiedere al Governo di detassare gli stipendi ed aumentare le retribuzioni, questa è una sfida da vincere assieme".

Se non è sufficiente pagare di più i dipendenti per garantire personale ad alberghi, stabilimenti balneari, ristoranti e commercianti, in quali altri modi si può agire concretamente per attrarre i lavoratori?

"Oltre ad una remunerazione più equa, dobbiamo essere in grado di dare delle prospettive e rispettare la volontà delle donne e degli uomini che chiedono orari più umani, anche per avere il giusto spazio da poter dedicare alla qualità della vita, quindi il tempo da poter trascorrere in famiglia e per poter coltivare i propri hobby ed interessi". Quanto ha pesato negli ultimi anni il reddito di cittadinanza sulla scarsa reperibilità dei lavoratori?

"A nostro avviso poco, c’è la voglia di cambiare al primo posto; il salario è basso, il lavoro nero e l’instabilità, sono questi i fattori che penalizzano la stabilità del rapporto di lavoro fra imprese e dipendenti".