Coronavirus Cesena, nuovo reparto al Bufalini

In allestimento 47 posti dedicati ai contagiati, di cui 17 in terapia intensiva. E Amadori mette a disposizione 450 camici usa e getta e 14mila paia di guanti

Due persone con la mascherina all'ingresso dell'ospedale Bufalini (foto Ravaglia)

Due persone con la mascherina all'ingresso dell'ospedale Bufalini (foto Ravaglia)

Cesena, 18 marzo 2020 - Il contagio cresce e il solo Morgagni-Pierantoni di Forlì non basta per accogliere i malati da coronavirus. Il reparto di malattie infettive (18 posti) è saturo. L’Ausl ha fatto partire perciò il suo piano, pronto da tempo, per destinare a Forlì un intero reparto al virus e dotare anche Cesena di un reparto Covid-19. Si tratta di 47 posti letto, di cui 17 in terapia intensiva, come chiarirà in serata la Regione. Al Bufalini li stanno predisponendo in queste ore. Per farlo c’è bisogno di letti e di personale, certo, ma anche dei cosiddetti presìdi (guanti, mascherine, camici), la cui reperibilità è diventata ormai un altro dei punti fragili della frenetica macchina della cura.

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E qui è entrata in campo ieri un’altra delle grandi aziende cesenati, il Gruppo della famiglia Amadori. Come conferma anche Denis Amadori, figlio di Francesco e responsabile della catena distributiva dell’azienda, il suo gruppo ha messo a disposizione 450 camici usa e getta, 14 mila paia di guanti con la stessa funzione e sta verificando la compatibilità di diversi respiratori automatici.

È già a destinazione anche la donazione di un’ambulanza andata ad integrare il parco mezzi della Croce Rossa di Cesena. "Tutto questo non la consideriamo un gran impegno – commenta Francesca Amadori, responsabile dell’immagine del Gruppo –, ma è una situazione in divenire, noi ci mettiamo a disposizione delle aree che evidenziano delle necessità e ci attiviamo per quanto ci è possibile. Anziché donazioni in danaro preferiamo consegnare direttamente presìdi e strumentazioni".

I respiratori artificiali, tra gli altri, sono quelli che rassicurano maggiormente sulla possibilità di curare i malati più gravi. Hanno un costo che si aggira sui 20 mila euro ciascuno (e ordinarne un numero consistente, in questo momento di superlavoro per chi li produce, non comporta sconti) e vedono impegnate nella produzione in tempi rapidi diverse aziende biomedicali.

«Noi le abbiamo ordinati ad un’azienda di Bologna - informa Denis Amadori -. Stiamo cercando di consegnarli non soltanto all’ospedale di Cesena ma a tutti i presidi ospedalieri della zone dove opera un nostro stabilimento di produzione. E dunque a Teramo, a Campobasso, a Forlì. Ci siamo dati disponibili anche a consegnarne alcuni a Brescia ma ci hanno detto al momento ogni esigenza di questo tipo è coperta".

Quando arriveranno al Bufalini? "Dovremmo riuscire a consegnarli in settimana - dice Denis Amadori -, l’azienda a cui li abbiamo commissionati sta lavorando a pieno ritmo per le consegne nei tempi più rapidi possibile".