"Così si distrugge l’identità dei ragazzi"

Stefano Spinelli (FdI): "Un fatto gravissimo, induce i giovani a ritenere che si possa fare a meno del dato biologico"

Migration

Stefano Spinelli, avvocato cesenate, cattolico, ex consigliere comunale, candidato alle regionali per FdI dal 2020 è responsabile regionale con delega al Dipartimento Istruzione per FdI.

Come valuta l’introduzione della ‘carriera alias’ in due scuole superiori?

" È un fatto gravissimo. Si legittima la scissione certificata dell’identità sessuale dal dato biologico: decido io cosa voglio essere maschio o femmina o che altro e posso cambiare nel tempo questa decisione. Non dimentichiamo che queste decisioni incidono su adolescenti che stanno formando la propria personalità, ai quali l’istituzione scolastica, che dovrebbe rappresentare un loro punto di riferimento e dovrebbe aiutarli a crescere, viene a dire che il sesso è un’opzione che è possibile scegliere come un qualsiasi prodotto al supermercato".

Secondo chi è favorevole in questo modo si favorirebbe il benessere piscologico dei ragazzi interessati da parte della comunità scolastica.

"Macché, è solo il trionfo dell’ideologia gender. Il mondo virtuale, l’alias sul registro, prevale su quello reale. Già i giovani vivono spesso una dissociazione, con la realtà virtuale che tende a prendere il sopravvento o addirittura a sostituire la vita vera, creando situazioni anche patologiche. Ora è addirittura la scuola che dice ai ragazzi di agire tramite un alias. Così va totalmente in crisi l’identità psicologica del ragazzo. Questi provvedimenti non c’entrano nulla con il benessere psicologico dei ragazzi, anzi rappresentano un’imposizione nei loro confronti, una colonizzazione psicologica: vengono diseducati a ritenere che tutto sia uguale e che l’identità possa fare a meno del dato biologico, secondo l’indottrinamento lgbt".

La ‘carriera alias’ scaturirebbe da una colonizzazione ideologica?

"Sì, quella del pensiero unico sulla quale papa Francesco ci ha messo più volte in guardia. Sono molto preoccupato e ritengo che veramente, come dice il pontefice in ’Caritas in Veritate’ oggi la questione sociale sia diventata antropologica".

a.a.