L'eremo di Sant’Alberico aspetta da un anno il successore di fra' Michele Falzone

Verghereto, l'ultima candidata è rimasta due settimane

L'eremo di Verghereto

L'eremo di Verghereto

Verghereto (Forlì-Cesena), 10 agosto 2015 - Da quando il 25 gennaio 2014 morì per una malattia incurabile a 52 anni fra’ Michele Falzone – eremita con cellulare, fuoristrada, sito Internet e carica umana senza pari – all’eremo di Sant’Alberico (piccolo comune di Verghereto, l’ultimo del comprensorio cesenate prima della Toscana) non è subentrato un sostituto.

Il ricambio generazionale funziona poco con i preti, si assottigliano dovunque i monaci cenobiti, figuriamoci gli eremiti, anche se in cima all’irto sentiero dell’eremo a quota 1240 metri, Fratel Michele di Gesù, così si faceva chiamare Falzone, non era affatto solo, raggiunto da tanti pellegrini e amici.

Eppure – subito dopo la sua morte – alla diocesi di Cesena-Sarsina, a cui l’eremo fa capo, pervennero alcune richieste di aspiranti sostituti. Fra queste, anche quella di una donna, Diana Bissacco, che sarebbe diventata la prima eremita femmina nella storia millenaria di Sant’Alberico, adagiato tra i monti in cui sgorgano le acque del Tevere, se nell’estate del 2014 avesse superato il periodo di prova. Invece, dopo due settimane, la scelta di tornare a casa.

Dopo il suo tentativo fallito, l’impasse. «Non ci sono più state domande», informò Pier Giulio Diaco, vicario generale della diocesi di Forlì-Cesena. Nel frattempo l’eremo non è rimasto incustodito. Il parroco della piccola località montana di Alfero-RioFreddo don Edero Onofri, compatibilmente con gli altri preminenti impegni pastorali, fa il custode e accoglie i tanti che si mettono in cammino verso Sant’Alberico.

Il vescovo Douglas Regattieri non ha nascosto la sua preoccupazione. L’anno scorso, il 29 agosto, alla solenne festa di Sant’Alberico nella messa celebrata all’eremo disse che «un’eremita dobbiamo guadagnarcelo. Il Signore ce lo concederà, se saremo autentici cristiani. Bisogna mantenere questo eremo abitato, con un religioso consacrato a Dio: non è un rifugio di montagna e serve una presenza significativa».

Da allora è passato quasi un anno e un nuovo 29 agosto si avvicina. Tanti sperano che il vescovo Regattieri abbia scelto proprio l’ormai imminente festa di Sant’Alberico per infrangere il silenzio, più inquieto che eremitico, e comunicare che finalmente c’è qualcuno per prendere il posto di Fra’ Michele dentro l’eremo. Restituendogli la sua identità, ora dimezzata.