Giovani, banditi AstraZeneca e Janssen

L’Ausl Romagna tira il freno sugli open day presi d’assalto dai ragazzi. Angelini: "Seguiremo le indicazioni del Comitato scientifico"

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di Elide Giordani

"Non ci aspettavamo una disponibilità così alta da parte dei giovanissimi, e considerate le perplessità, dettate peraltro da casi rarissimi, nei confronti dei vaccini Astrazeneca e Janssen, abbiamo preferito bloccare momentaneamente gli open day". Come evidenziano anche le parole della dottoressa Raffaella Angelini, responsabile della Sanità Pubblica dell’Asl Romagna, sono stati soprattutto ragazzini intorno ai 18 anni i vaccinandi della Romagna che hanno preso d’assalto gli hub nelle giornate a vaccino libero da fasce d’età. La prospettiva di un’estate senza l’ombra minacciosa del contagio ha sedotto soprattutto loro che già con la scuola a distanza hanno sofferto la segregazione e l’impossibilità di scambi tra coetanei. Ma la positiva corsa al vaccino ha avuto il veleno nella coda: secondo l’agenzia del farmaco Aifa, Astrazeneca e Janssen (ossia Johnson&Johnson) sono, sì, autorizzati dai 18 anni in su, ma devono essere preferibilmente somministrati alla popolazione over 60.

Due sono state, negli hub romagnoli, le serate aperte alle richieste di chiunque desiderasse l’inoculazione. "Fino alla notizia della diciottenne ricoverata e poi deceduta a Genova dopo l’iniezione di Astrazeneca - afferma la dottoressa Angelini - che ha portato la campagna vaccinale di nuovo nella bufera, abbiamo avuto moltissime prenotazioni di giovanissimi e nessun caso problematico. Sulla reale relazione tra Astrazeneca e trombosi nei giovani c’è una dialettica in corso a livello nazionale, aspettiamo le indicazioni del Comitato Scientifico. Già prima era un vaccino che piaceva poco, ora non piace per niente". E già nel pomeriggio di ieri il governo ha imposto lo stop di Astra a chi ha meno di 60 anni. E per chi deve sottoporsi all’iniezione della seconda dose? "L’indicazione fino ad ora era quella di continuare con il tipo di vaccino già usato per la prima iniezione, tanto più che di casi gravi dopo la seconda dose non ce ne sono stati - dice la dottoressa Angelini -. Ma le prescrizioni cambiano di ora in ora". E infatti ecco a sera un’indicazione diversa: il vaccino Astrazeneca potrà essere somministrato soltanto a chi ha più di 60 anni. Per la seconda dose dovrà invece essere utilizzato Pfizer o Moderna. È questa la decisione del comitato tecnico scientifico. Dopo tre giorni di riunioni il Cts ha trovato l’accordo su come procedere per rispondere agli interrogativi dei presidenti delle regioni e degli esperti. Intanto nel resto della nostra regione gli open day non sono stati annullati ma si è deciso di procedere soltanto con Pfizer e Moderna.

Che ne farà la Romagna delle dosi in giacenza di Astrazeneca e Johnson&Johnson (su cui si era appuntato l’interesse dei giovani per le caratteristiche di quel siero che con una sola iniezione completa l’immunizzazione e dunque libera le persone dall’impegno di una seconda inoculazione)? "In realtà non c’è alcuna giacenza - spiega la dottoressa Angelini -, ci sono ancora tante persone che devono ricevere la seconda dose e con la campagna vaccinale che procede con l’apporto dei medici di medicina generale e degli hub aziendali le dosi non sono affatto eccedenti". In Emilia-Romagna restano fuori (secondo i dati aggiornati alle 10 di ieri mattina) 169.620 persone, da 60 anni in avanti, che non sono stati ancora vaccinati o perché sono guariti da poco dal Covid, o perché non sono stati raggiunti o perché non si vogliono vaccinare. E’ anche a questa piccola platea, quindi, che dovrebbero rivolgersi le forniture rimanenti e quelle che arriveranno nei prossimi mesi dei due vaccini a vettore virale.