"Il Bonci deve puntare sempre più in alto"

Il lascito di Franco Pollini dopo oltre vent’anni di direzione del teatro cittadino: "Un punto di riferimento per tutta la Romagna"

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di Luca Ravaglia

Una chiave passa di mano. Niente a che vedere con quelle di ultima generazione che blindano serrature sempre più inaccessibili anche ai ladri più scafati. E’ una chiave di ferro, lunga e da ruotare con calma all’interno di una serratura d’altri tempi. Perché il bene più prezioso custodito dal Teatro Bonci non si trafuga chiudendolo in un borsone e dandosi alla fuga dall’uscita sul retro. Il bene più prezioso è la storia che si respira in uno dei luoghi simbolo della cultura cesenate e non solo, che nel corso della sua lunga storia ha ospitato celebrità e spettacoli diventati immortali, proposti a un pubblico che se ne è innamorato. La chiave è quella che Franco Pollini, il direttore del teatro da oggi è in pensione, ieri ha passato a Cosetta Niccolini, la nuova coordinatrice. E così, come in ogni addio al lavoro che si riaspetti, Pollini ha voluto brindare insieme ai colleghi di una vita, quelli coi quali ha compiuto un lungo e gratificante percorso professionale. "Ricordo il 31 ottobre del 1984 - ha raccontato nel suo discorso di saluto - quando qui a teatro si esibì Carmelo Bene. In quelle ore morì Eduardo De Filippo, suo grande amico e ovviamente Bene ne fu profondamente toccato. Parlammo anche tra noi e in quell’occasione disse una delle frasi che mi sono rimaste più impresse nel dna di tutta la carriera. Facevamo quattro repliche dello spettacolo, ma lui disse che avremmo dovuto farne di più, sei, perché il Bonci doveva diventare quanto meno il teatro di riferimento della Romagna. Credo che in tante occasioni questo obiettivo sia stato raggiunto e ne sono orgoglioso. Nelle sue parole sta il senso di molte cose, perché ogni volta che si guarda al futuro, bisogna farlo puntando il più in alto possibile. Solo così si possono raggiungere grandi traguardi".

E su questo, pescando dalla storia cittadina, Pollini ha gioco facile. "E’ lo spirito col quale Novello Malatesta ha fatto realizzare la Biblioteca o col quale questo stesso teatro venne costruito: un gioiello in una città di appena 12.000 abitanti alle prese con gravi problemi di povertà. Senza dimenticare la lungimiranza grazie alla quale questo luogo è stato affidato alla gestione della città. E ancora non basta, perché in mezzo ci sono anche tante altre sfide affrontate e vinte. Quella del centro culturale San Biagio, per esempio. Dunque grazie mille a tutti quanti e in bocca al lupo, perché quello che vi aspetta è un futuro importante". A salutare Pollini è intervenuto anche l’assessore alla cultura Carlo Verona: " Su tutte, il direttore mi ha lasciato una grande consapevolezza: il Bonci non è soltanto un teatro, ma una sorta di museo, un luogo dove svolgere tanti progetti eccezionali. Lo faremo, proseguendo sul suo solco".