"Il caro benzina frena i nostri volontari"

Il presidente dell’Auser fa i conti con i rincari dell’energia: "Nei primi cinque mesi abbiamo pagato più di tutto l’anno scorso"

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di Raffaella Candoli

L’abnorme aumento delle bollette di luce e gas e il caro benzina, voci primarie dell’economia domestica e degli esercizi commerciali seriamente messi in crisi e con prospettive in molti casi disastrose, è un tema che riguarda anche le organizzazioni di volontariato e le associazioni che promuovono socialità: soggetti che svolgono attività preziose senza gravare economicamente sulla collettività, o in cambio di un modesto contributo. Tra queste organizzazioni, particolarmente attiva a favore degli anziani c’è Auser Cesena.

Presidente Luciano Bigi, quali sono i riflessi di questa situazione di emergenza?

"La situazione è molto difficile perché una delle attività principali di Auser volontariato, per cui siamo conosciuti in particolare da tutte le persone in difficoltà, è l’accompagnamento sociale, che si realizza portando i richiedenti, persone ‘fragili’, anziani, ma anche disabili, a visite mediche e terapie. Per farlo utilizziamo un consistente numero di automezzi, sia muniti di sollevatore per carrozzine, sia auto per il normale trasporto di passeggeri. Con l’aumento del costo del carburante è diventato più oneroso svolgere il servizio".

Dopo il danno la beffa: il costo del metano che supera quello della benzina.

"Infatti, negli anni passati, per cercare di risparmiare si era provveduto all’acquisto di alcune auto a gas metano ed oggi con tre euro al litro non è più economico, ma considerata la tipologia dell’utenza abbiamo deciso di non aumentare la richiesta di rimborso del carburante; chiediamo trenta centesimi a chilometro, oltre alle spese vive e non ce la sentiamo di gravare ulteriormente su magri bilanci familiari. Questo stato di cose si riflette negativamente anche sull’impegno volontario".

In che modo?

"L’insoddisfazione, i timori che la condizione economica e politica provocano, spengono l’entusiasmo nel donare ad altri il proprio tempo. Si diventa insomma un po’ più egoisti. Lo spettro del Covid poi compromette i rapporti: a diversi volontari non hanno ripreso più il loro impegno".

E la situazione dei centri sociali?

"Altra questione che ci preoccupa molto. Sono luoghi d’incontro e ospitali dove giocare a carte, leggere il giornale, chiacchierare semplicemente senza fare consumazioni o doversi sentire avventori. Su questi centri la pandemia ha inciso pesantemente perché si è stati costretti a tenerli chiusi per mesi mentre le bollette continuavano ad arrivare. Nei primi cinque mesi dell’anno abbiamo ricevuto bollette per utenze energetiche pari se non superiori a tutto l’anno passato".

Questo rende sempre più difficile garantirne il funzionamento?

"Quando si affronta il tema con le amministrazioni comunali, in molti casi proprietari dei locali, ci viene detto ‘cercate di tenere aperto perché sono punti di aggregazione degli anziani a cui non possiamo rinunciare’, tuttavia anche i Comuni hanno le loro difficoltà a chiudere i bilanci, e, oltre a manifestazioni di gratitudine, su altro non possiamo contare".