"Il collegio provinciale? Il centrodestra se la gioca"

Il segretario della Lega Morrone. "Se all’uninominale mettono in lista Bulbi, mazzata definitiva al Pd forlivese. Sento aria positiva, io pronto a ricandidarmi"

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di Andrea Alessandrini

Giorni febbrili per Jacopo Morrone, segretario di Lega Romagna, tra elezioni incombenti e full immersion nella festa del partito a Milano Marittima. Forlivese, 39 anni, alle politiche del 2018 fu eletto deputato nella circoscrizione Emilia-Romagna nelle liste proporzionali della Lega per Salvini premier. Nel Conte 1 è stato sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia.

Come procede la tessitura di Lega, FdI e FI per la formazione delle liste?

"Stiamo raccogliendo le proposte e siamo in fase di valutazione anche sui nomi dei possibili candidati. Le decisioni sono assunte a livello nazionale dove si decideranno le candidature sulla base di equilibri territoriali".

Il collegio uninominale Forlì-Cesena è storicamente un osso duro per il centrodestra, a parte l’exploit del 2018. È contendibile?

"Sento aria positiva, il centrodestra sta lavorando molto bene. Sono pragmatico e ho i piedi per terra e, per questo, credo che ce lo possiamo giocare".

Come valuta la candidatura pressoché certa nel centrosinistra del vostro antagonista Massimo Bulbi?

"È una candidatura che darebbe la mazzata finale al Pd forlivese. Apprezzo Bulbi, persona più autonoma rispetto all’apparato piddino locale e regionale. Emerge comunque un partito sistema in crisi irreversibile e per questo si estremizza".

È stata siglata l’alleanza tra Letta e Calenda. Il centrodestra ne risentirà?

"Calenda ha abbracciato le politiche della sinistra estrema in cambio di posti. Probabilmente ne risentirà lui".

Lei sarà ricandidato?

"Ho dato la mia disponibilità a Matteo Salvini".

Qual è il messaggio della Lega per convincere gli elettori?

"La Lega è forza di governo e, soprattutto, di buon governo. Amministriamo le regioni più avanzate d’Italia e centinaia di comuni. Non abbiamo mai fatto promesse che non avremmo potuto mantenere, per quanto possibile. Il nostro programma corrisponde a ciò che intendiamo realizzare: pace fiscale, flat tax allargata anche ai dipendenti, pensioni, più attenzione al ceto medio produttivo per dare voce a partite Iva e piccole imprese, maggiori tutele al settore agricolo, più sicurezza, politiche serie sull’immigrazione, energia, autonomia differenziata per le Regioni. Dopo lo stallo e i fallimenti del governo Pd-M5s, non abbiamo potuto esimerci da entrare nel Governo Draghi per cercare di arginare l’influenza della sinistra. Questo sacrificio purtroppo non è stato compreso dagli elettori meno attenti al fatto che le barricate non sono sempre lo strumento adatto a raggiungere il risultato".

La Lega ha perduto il primato nel centrodestra. Riconquistabile?

"Pur con una solida base fidelizzata, siamo un partito di opinione che si confronta con un elettorato dai comportamenti di voto non sempre prevedibili. C’è poi il fenomeno dell’astensionismo, un vulnus per il sistema democratico, perché rischia di diminuire sempre più la rappresentanza e le risposte dei governi alle vere esigenze dei cittadini. Il nostro peso, comunque, non è rappresentato solo dai voti, ma dall’influenza delle nostre buone idee sulla politica".

La Festa della Lega Romagna a Cervia-Milano Marittima, che si è conclusa ieri, ha aperto la campagna elettorale. Che clima ha percepito?

"Di fiducia ed entusiasmo. Si sono visti i big della Lega, esponenti di altre forze politiche e, soprattutto, personalità delle più importanti categorie economiche del Paese oltre a molti imprenditori di fama, sia locali che nazionali, consapevoli della nostra sensibilità e capacità di ascolto rispetto alle istanze legittime delle imprese".