Il confronto a quattro. Candidati sindaci divisi su pandemia, sicurezza e ospedale

Il debutto di Sensini ha riacceso le polemiche sul periodo Covid. Anche il tema dell’alluvione continua a bruciare. Clima teso in sala. .

Verrebbe da dire che nel corso di un incontro tra candidati sindaco in vista delle elezioni amministrative che si terranno l’8 giugno, tra un paio di settimane, l’argomento di discussione debba essere il futuro. Lo è stato, per larga parte del dibattito organizzato mercoledì sera al Palazzo del Ridotto dal settimanale diocesano Corriere Cesenate, anche se a scaldare gli animi e a infervorare parte della platea è stato soprattutto il passato. Un passato, quello legato agli anni della pandemia, che è tornato a essere un fortissimo motivo divisivo da quando al gruppo dei contendenti alla poltrona di primo cittadini si è aggiunto Paolo Sensini, particolarmente legato al tema e che nel corso della serata ha dedicato la gran parte delle sue energie proprio a dibattere sul modo in cui è stato gestito, a livello internazionale, nazionale e locale il covid. Provocando prima di tutto il disappunto del sindaco uscente Enzo Lattuca. E’ così che, mentre l’orologio si avvicinava alla mezzanotte, si è chiuso il dibattito pubblico, col direttore del Corriere Cesenate Francesco Zanotti, moderatore della serata, impegnato nel complicato compito di sedare gli animi. Precedentemente i candidati (oltre ai già citati Lattuca e Sensini, in lizza ci saranno anche Marco Casali a capo della coalizione di centro destra e Marco Giangrandi, civico) si erano invece confrontati sui temi economici, sociali, ambientali, culturali e legati alla sicurezza. Giangrandi aveva attaccato sul tema dell’alluvione, incassando la replica di Lattuca: "Scorretto e volgare strumentalizzare una tragedia collettiva".

Sulla carenza di alloggi , a partire da quelli per la fascia più debole della popolazione, Casali ha citato la questione etichettandola come uno dei principali fallimenti delle amministrazioni di centro sinistra. Casali ha anche lamentato la lunga attesa legata all’avvio dei lavori per il nuovo ospedale: "E’ il Governo di centro destra - ha replicato Lattuca – che non ci permette di iniziare, perché noi già da nove mesi abbiamo i documenti pronti che non vengono approvati da Roma". "Vi manca un timbro? - la chiosa ironica del contendente - Se vinco ci penso io a trovarlo". Giangrandi ha proposto di rivedere l’area dell’Ippodromo sostituendo l’attuale anello dedicato al trotto, con uno spazio nuovo dedicato alla socializzazione, mentre Casali è tornato sul tema sicurezza in particolare in relazione alla zona stazione, chiedendo un presidio fisso di forze dell’ordine. Lattuca ha replicato col progetto da 20 milioni euro di completa riqualificazione del comparto.