
Sopralluogo della sindaca di Sogliano Tania Bocchini a ciò che resta della casa dell’eroe. "Gli eredi non hanno mai risposto alle nostre richieste".
Tra qui ad un mucchio di pietre indistinte manca solo che l’abbraccio della vegetazione si faccia meno stringente. E del palazzo gentilizio situato nella parte bassa del paese di Savignano di Rigo (comune di Sogliano al Rubicone), dove il 29 settembre 1884 vide la luce Decio Raggi, eroe della Grande Guerra, primo decorato di medaglia d’oro al valor militare, al quale sono intitolate vie e piazze in tutta Italia, resterà solo il ricordo. E’ la vegetazione, infatti, che tieni in piedi l’ultimo rudere dopo che tre giorni fa si è verificato l’ennesimo crollo. Un rumore sinistro che ha risvegliato il genius loci di un luogo ormai vicino all’oblio. Ma non c’è pace neppure ora per quel palazzo che è stato per oltre cento cinquant’anni luogo di identità di un paese che ha poche glorie, oltre all’eroe, ma una natura serena e paesaggi da cartolina. Anche l’ultima delle case coloniche dove vivevano i mezzadri che coltivavano le terre della famiglia Raggi sta seguendo la sorte del palazzo (di cui è attigua), ma, al contrario di quest’ultimo, rischia un crollo che potrebbe bloccare l’unica strada che conduce ad alcune case ancora abitate oltreché rappresentare un pericolo per chi vi transita.
Ma il comune di Sogliano è stato prontamente allertato dai residenti e la sindaca Tania Bocchini, insieme all’assessora Erica Comandini, ha effettuato una ricognizione che ha portato ad un coinvolgimento dei tecnici, che valuteranno la messa in sicurezza del sito. "E’ previsto un sopralluogo - informa la sindaca -. E ci dispiace molto di come la situazione si sia evoluta poiché in quell’area abbiamo programmato alcuni eventi molto partecipati. Avremmo voluto recintare l’area del campo antistante ma purtroppo gli eredi non hanno mai risposto alle nostre richieste". "Non sappiamo, attualmente - continua Tania Bocchini - quali saranno i tempi tecnici dell’intervento".
"Noi eredi non abbiamo potuto fare nulla per salvarlo - testimoniava qualche tempo fa uno dei discendenti dell’eroe, Francesco Raggi, da tempo residente a Rimini -. Perché la memoria dello zio continui ad essere valorizzata ho consegnato le sue divise al museo della Grande Guerra di Asiago". Resta, nel cimitero posto all’ingresso del paese, la tomba monumentale - recentemente restaurata grazie ai fondi di un bando regionale di circa 70 mila euro - che ne custodisce le spoglie. Svetta sulle tristi macerie del palazzo Raggi il nocciolo ultracentenario, 30 metri di altezza, che ha caratterizzato da sempre quel luogo un tempo ameno. Il palazzo, peraltro, è l’unica costruzione del paese con qualche pretesa di nobiltà. Fino a 15 anni fa, occhieggiando oltre gli infissi divelti, si potevano scorgere tracce di fregi dipinti. Poi il progressivo e inarrestabile degrado.