di Raffaella Candoli
"Ricordati di perdonarmi", romanzo che concorre alla 62esima edizione del premio Campiello, sarà presentato da Giancarlo Domenichini che ne è autore, domani alle 17, nell’Aula Magna della Malatestiana a cura dell’Associazione "Te ad chi sit e fiol" di Leonardo Belli. Lo affiancano nella conversazione Gianfranco Lauretano, e Denis Presepi nella lettura di alcuni significativi passi. Cesenate, 72enne, Domenichini al suo secondo libro dopo quello di esordio del 2022 "Le circostanze avverse". Laureato in Lettere e in pensione come preside al liceo classico Monti dove ha studiato negli anni dell’adolescenza. Il volume accoglie ricordi autentici e vividi dei luoghi in cui l’autore, senza dichiararlo apertamente, ha vissuto infanzia e giovinezza dagli anni ’50, nella via degli Orti (il nome è letterario), sulla sponda sinistra del fiume Savio, del quale in un passo descrive l’impetuosità dell’acqua dopo un nubifragio e il timore provocato nella gente che lì abitava, con una "preveggenza" rispetto all’alluvione del maggio dello scorso anno; circostanza che lo ha convinto a dare alle stampe quella storia che custodiva da qualche anno nel cassetto. Vicende di gente semplice, il microcosmo di un quartiere, i tratti caratteriali degli abitanti, i rapporti di vicinato, di qualche chiacchiera sul conto della vedova, delle sorti sfortunate della maestrina, il vantato acquisto dei primi apparecchi televisivi. "L’ansia - dice l’autore - di una quotidiana ricerca di felicità, nell’illusione di raggiungerla accontentandosi di piccole soddisfazioni a compensare un’esistenza irta di difficoltà e fatiche, di sogni illusori e di desideri profondi". E poi, i primi amori, ma anche le violenze domestiche taciute e sopportate dalle donne e dai figli. Insomma, "La vita di tutto il quartiere, il profumo svaporato dalle cucine, la polvere sollevata dalle poche auto sulla strada ancora non asfaltata, le risate e le grida dei bambini, i volti dei tanti che si affannavano a vivere alla ricerca della loro felicità". E l’oggi arrivato così in fretta da cambiare le abitudini di vita, con il cellulare, le email, la tecnologia, ma ancora guerre. Non a caso il prologo e la conclusione fanno riferimento a due luttuosi attentati degli ultimi anni che sono ancora vivi nella nostra memoria. "Il tutto fa da sfondo alla vicenda tra due fratelli così diversi con un risvolto inaspettato. Ricordo e perdono sono i temi ricorrenti, tanto è vero che compaiono nel titolo. Il perdono è il segno più alto della profondità dell’amore di chi ci sta accanto e per questo è desiderato da tanti dei personaggi che popolano il romanzo, ma soprattutto è l’invocazione, il grido pieno di speranza, dei due protagonisti".