"Il nostro export si ridurrà almeno del 20 per cento"

Indagine di Confindustria Romagna sulle ripercussioni per le imprese del conflitto in Ucraina. "Le sanzioni impattano sui costi di energia e logistica"

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di Andrea Alessandrini

La guerra grava come un macigno anche sul futuro prossimo delle imprese industriali romagnole e cesenati esportatrici. Sono quattro le aziende su dieci che mettono in conto un calo di fatturato estero fino al 20% nel semestre, provocato dagli effetti dell’invasione militare dell’Ucraina da parte di Putin e delle conseguenti sanzioni che sono scattate nei confronti della Russia stato aggressore.

Oltre a questa secca riduzione Il sistema produttivo territoriale paventa anche un ulteriore rincaro dei costi energetici e di trasporto. Sono i dati salienti - tutti di segno negativo – che scaturiscono da un’indagine del Centro Studi Confindustria Romagna condotta questa settimana su un campione equivalente al 18% delle imprese associate che fanno import (per lo più ravennati, con il porto attrattore) ed export (buona rappresentanza cesenate e forlivese), circa 500, su un migliaio.

"Il primo pensiero è sempre rivolto all’emergenza umanitaria, vale a dire alle vittime e ai profughi di questa guerra disumana: e va adottata ogni misura possibile contro il tentativo di calpestare libertà e sovranità dei popoli con la violenza – afferma il presidente Roberto Bozzi, ravennate. "Quanto all’aspetto economico, il sistema delle sanzioni sta inevitabilmente generando difficoltà negli scambi e nei rapporti commerciali – prosegue il presidente Bozzi – e l’escalation bellica degli eventi degli ultimi giorni è destinata ad impattare in maniera pesante anche su energia e logistica".

Il 38% delle imprese interpellate dall’indagine prevede un calo fino a un quinto del fatturato da esportazione nel medio termine. Al quesito su quali conseguenze sono maggiormente temute per la propria attività, gli industriali hanno indicato i rincari dei costi energetici (63,5%), i costi lievitati di trasporto (50,8%) e la secca erosione dei margini di profitto (47,6%).

"Deve essere radicalmente rivisto l’approccio alla politica energetica - afferma il presidente Confindustria Romagna –: incrementando considerevolmente dell’estrazione delle riserve nazionali di gas naturale, potenziando la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese, e aumentare la quota di gas naturale liquefatto attraverso il mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza".

A dare l’idea di quanto possa impattare la guerra contribuiscono anche i dati Istat dei primi nove mesi del 2021 elaborati dalle Camere di Commercio territoriali: nella provincia di Forlì-Cesena le esportazioni verso la Russia e Ucraina ammontavano a 76 milioni di euro mentre le importazioni hanno raggiunto i 12,6 milioni di euro.