REDAZIONE CESENA

L’attore Orso Maria Guerrini: "Venderlo sarà una liberazione"

L’attore Orso Maria Guerrini: "Venderlo sarà una liberazione"

Sfinito da vent’anni di battaglie e oppresso dalle ingenti spese a cui lo ha costretto tutta la vicenda. "E di certo non ho alcuna intenzione di pagare l’equivalente degli 800 milioni di lire che sostiene di aver pagato chi portò mio zio a cedergli il palazzo. Vendita viziata dal fatto che vi fu, come hanno dimostrato le varie fasi processuali, circonvenzione di incapace". Sembra rassegnato oltreché amareggiato, l’attore Orso Maria Guerrini, 80 anni, erede insieme alla sorella Ilaria, del conte Leonfrancesco Guerrini Bratti, ultimo proprietario del palazzo di via Chiaramonti al centro di una vicenda giudiziaria che sembra non finire mai.

Dopo tanto impegno è sul punto di gettare la spugna?

"Sì, mi è costata troppo sia in termini di ansia e di arrabbiature che di denaro. C’ho speso un milione di euro, sia per le cause che per il mantenimento del palazzo. Vediamo, poi, se c’è chi lo acquista a quelle cifre… Ma almeno così risolveremmo la questione. Rientrerei in parte di quello che ho speso ma nulla per lo stress che mi ha provocato, che Golinucci e Biguzzi mi ripagheranno con la causa che ho intenzione di intentare per i danni che ci hanno causato, riconosciuti in sede penale".

Come mai nei quattro anni in cui lo ha posto in vendita il palazzo non ha trovato acquirenti?

"Forse si aspettava l’asta giudiziaria che potrebbe abbassare ulteriormente il valore del palazzo. E’ pur vero che abbiamo incrociato una pandemia, una guerra che ha fatto scappare i russi, che per la loro capacità di investimento sarebbero stati potenziali acquirenti".

Quale sarà secondo lei l’esito dell’asta?

"Credo che andrà deserta. Come si vede le valutazioni sul valore del palazzo non sono molto diverse da quelle che avevamo fatto noi quando l’abbiamo messo in vendita. Magari ci sarà chi spera in un ulteriore ribasso e proverà ad acquistarlo in un secondo momento. Ma potrebbe succedere anche che l’asta venga sospesa a causa di una diversa conclusione della vicenda che ha portato il giudice a dare il via al pignoramento e alla gara".

Dove sono finiti quegli 800 milioni di vecchie lire che gli acquirenti del 1999 dimostrano di aver pagato?

"Presumibilmente furono rubati da chi era molto vicino a mio zio e gestiva le sue risorse, e che si è riempito le tasche lasciando in rosso il suo conto, acceso presso una banca ravennate. Gli acquirenti pagarono 800 milioni distribuiti in quattro anni. Io comunque non li pago e, anzi, voglio i danni per tutto quello che hanno combinato. Al danno che mi hanno provocato tutti quelli che hanno preso parte in questa storia non aggiungo certo quello dei soldi scomparsi". Come finirà questa vicenda? "Sto a guardare… Se lo vendiamo all’asta sarà una liberazione. Sennò, pace. Troveremo qualche altra soluzione. Una cosa è certa, quel debito non lo saldo io".

Elide Giordani