Green pass, a Cesena il 3% dei lavoratori rifiuta vaccino e tamponi

Giannini (Confindustria): "Rimarranno a casa, ma da parte nostra nessun accanimento: i controlli saranno effettuati a campione"

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di Annamaria Senni

Giovanni Giannini, vicepresidente Confindustria Romagna, ancora poche ore e il Green pass diverrà obbligatorio per i lavoratori in azienda, qual è la situazione nel Cesenate?

"Stiamo aspettando le ultime decisioni del governo e, salvo modifiche dell’ultimo momento, siamo pronti per metterlo in funzione".

Che atmosfera si respira nelle aziende?

"In questo momento c’è molta tensione e molta apprensione, perché è un cosa nuova, in cui si vanno a fare movimenti che limitano la privacy. Si deve stare molto attenti".

Ci sono lavoratori che hanno deciso di non fare né il vaccino né il tampone?

"Sì, purtroppo sono il 3% del totale. Staranno a casa senza percepire lo stipendio e manterranno il posto di lavoro senza rischiare di essere licenziati".

Come ci si comporta in questi casi?

"Il problema è quello di trovare delle sostituzioni temporanee perché i dipendenti prima o poi torneranno al lavoro, e non è facile trovare sostituti per un così breve periodo. Fino al 31 dicembre possono stare a casa, poi vedremo cosa succederà a gennaio e se sarà esteso o meno l’obbligo del green pass".

C’è qualche azienda che pagherà i tamponi per i dipendenti che rifiutano il vaccino?

"Al momento tra le nostre aziende non mi risulta".

Ma di quale spesa si sta parlando?

"La spesa per i tamponi calcolata da qui a fine dicembre è di 300-400 euro a seconda che si lavori 5 o 6 giorni la settimana". Chi si sottoporrà al tampone lo ha già prenotato?

"Sono tutti organizzatissimi con questi schemi: tampone il sabato sera alle 18 (per essere pronti a recarsi sul luogo di lavoro in regola il lunedì mattina), tampone il lunedì sera e il mercoledì sera. Così si è a posto se si lavora da lunedì a venerdì".

Non si rischia la paralisi dei laboratori o farmacie per ingorgo di tamponi?

"Si rischiano molte file. Qualcuno, tra chi fa i tamponi, ha deciso di prolungare gli orari di apertura. Ancora è tutto sotto controllo".

Le aziende faranno le verifiche?

"Noi le verifiche le faremo puntuali cercando di non accanirci sulle stesse persone e controllando le persone a rotazione. Se si controllassero sempre gli stessi, qualcuno lo potrebbe intendere come un accanimento contro chi non ha fatto il vaccino. Nelle aziende con 250 dipendenti diventa un lavoro laborioso".

C’è tensione tra ‘no green pass’, ‘sì green pass’ e ‘boh green pass’?

"No, la tensione c’è per chi rimane a casa e per i datori di lavoro che devono sostituirli. I nomi di chi si non si vaccina e non farà il tampone li abbiamo fortunatamente saputi in anteprima".