Lavoro nero a Cesena, un lavoratore irregolare su due

Dilaga anche il 'lavoro grigio', soprattutto nel settore turistico. Niente riposo settimanale o orari maggiorato senza straordinari

L’edilizia è uno dei settori con più irregolarità

L’edilizia è uno dei settori con più irregolarità

Cesena, 21 marzo 2018 - In Romagna il lavoro nero c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Stando ai dati della Cgil l’intera Regione è interessata dal preoccupante fenomeno con migliaia di lavoratori irregolari in particolare nei settori dell’edilizia, trasporti, commercio e manifatturiero.

La provincia di Forlì-Cesena registra il 68,15% di irregolarità accertate poco contenute dai controlli che sembrano essere inferiori al dovuto da parte degli uffici dell’Ispettorato. Solo poche settimane fa una serie di controlli ha permesso di individuare 5 lavoratori non a norma tra ristoranti e pizzerie di Forlì e Cesena ma non sono sufficienti a eliminare il fenomeno ben radicato in tutta la provincia. Anche l’Ugl Forlì-Cesena- Rimini, sulla base dei risultati dell’attività di vigilanza nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017, manifesta preoccupazione: a fronte di 3.332 lavoratori controllati, 821 sono irregolari e di questi 218 extracomunitari e 10 clandestini.

Il dato del lavoro irregolare o interamente in nero ha portato alla certificazione di 971 violazioni amministrative e di 78 violazioni penali. Per un ammontare di sanzioni amministrative riscosse di 317.210,60 euro, 91.277,75 euro di sanzioni penali riscosse e un imponibile accertato di 7 milioni e 624 mila euro. Sono state sospese 79 attività imprenditoriali, di cui 76 revocate e 3 ancora in essere. Nel Cesenate è il comparto dei servizi alle persone a registrare un alto tasso di irregolarità (47,4%), seguito dall’agricoltura (17,5%).

Un altro fenomeno dilagante è quello del lavoro grigio che con contratti fasulli e stipendi dimezzati interessa anche i lavoratori italiani. È questa la denuncia di Gianluca Bagnolini, della segreteria Fisascat Cisl: "La stagione estiva 2017 – rammenta – è stata all’insegna della ripresa, ma le imprese turistiche della riviera romagnola hanno avuto difficoltà nel reperire i lavoratori a causa della notevole diffusione del lavoro grigio". Da Casalborsetti nel Ravennate fino a Cattolica nel Riminese sono assunti annualmente circa 60mila lavoratori stagionali nelle aziende della ricezione turistica per accogliere i circa 20 milioni di turisti.

"In base ai lavoratori che si recano nei nostri uffici e alle vertenze sindacali che attiviamo – spiega Bagnolini – possiamo stimare che circa il 70% dei rapporti di lavoro in Riviera non è completamente regolare, potremmo definirli appunto lavoro grigio. Infatti non è rispettato il giorno settimanale di riposo e l’orario di lavoro arriva a superare anche le 70 ore senza corresponsione degli straordinari o della cosiddetta retribuzione omnicomprensiva, con conseguente evasione contributiva".

Un altro fenomeno preoccupante è l’appalto di lavori ad altre aziende come i servizi ai piani negli alberghi. Spesso, a questi lavoratori sono applicati dei contratti non sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil, ma da organizzazioni sindacali poco rappresentative che accettano condizioni peggiorative di lavoro. Su questo dumping contrattuale per i sindacati sono forti le responsabilità degli imprenditori.