Le ’Lucciole’ diventano musica

L’artista spagnolo Anton Roca il 6 maggio dal Quebec sarà in collegamento con il teatro Bonci

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di Raffaella Candoli

C’è qualcosa di magico e di poetico nella silenziosa danza delle lucciole i cui messaggi d’amore luminosi pulsano nel buio delle località di campagna. Ma, se invece di essere silenti, quelle intermittenze si potessero tradurre in suoni, che musica deriverebbe da quei minuscoli e affascinanti coleotteri, nelle tiepide notti di maggio? Una domanda cui l’artista visionario Anton Roca, spagnolo della Catalogna, ma con un forte attaccamento alla Romagna, in particolare a San Romano di Mercato Saraceno, dove ha il suo studio, ha dato una risposta che sarà disvelata venerdì 6 maggio alle 22, al teatro Bonci.

La serata-concerto è intitolata ’Lucciole’ e prevede che Roca, dal Centro Avatar in Quebec (Canada) che ha sviluppato uno speciale software, ovvero un pianoforte automatizzato denominato Disklavier, si colleghi con il pubblico convenuto a teatro e lo intrattenga con la visione di un filmato sul paesaggio collinare di San Romano al momento del tramonto: "una riproposizione visiva - spiega l’artista – delle emozioni sul far della sera, quando la luce svanisce gradualmente nell’oscurità".

Il video verrà proiettato contemporaneamente nelle tre sedi del progetto, in Quebec City, a Cesena e Alcover in Spagna.

La seconda parte della serata, intitolata ’Performance’, entrerà nel vivo dell’esperimento, con la proiezione, sempre in simultanea, di alcuni video preregistrati, utilizzati dal software per la traduzione delle bioluminescenze in note musicali, e l’emissione dei suoni corrispondenti. Il suono digitale del pianoforte, su spartito tridimensionale, è accompagnato dal movimento dei tasti che agiscono da soli, senza che mano umana li sfiori.

Insomma, le lucciole offriranno un concerto per pianoforte e proiettore digitale e il pubblico assisterà all’ascolto e alla visione dei rituali amorosi dei minuscoli insetti nel paesaggio contemporaneo.

Un fenomeno quello delle lucciole che appartiene all’infanzia di Anton Roca e che l’artista in età adulta ha ricercato e favorito creando le condizioni ambientali per un ripopolamento dei lampiridi.

Roca poi ha studiato a lungo questo particolare fenomeno nel suo rifugio sulle prime colline cesenati, per scoprire che la notte del 22 maggio segna l’acme di presenza di lucciole maschio corteggiatori che, a grande distanza, si fanno luce volando a un metro da terra per individuare quella verde attrattiva delle femmine, ferme tra l’erba.

Un singolare miracolo della natura animale che i paesi industrializzati hanno rischiato di perdere a causa dell’inquinamento luminoso e all’uso di pesticidi in agricoltura.

Il progetto ha anche una finalità ecologica e rappresenta un esempio virtuoso da seguire: "prendersi cura di una piccola porzione di territorio – suggerisce Roca- è una metafora di un’azione da intraprendere su scala globale. Siamo tutti ugualmente responsabili del destino del pianeta, e la cura – conclude Roca – viene ripagata dal mistero cangiante di questi esserini volanti".