Concessione balneare: l'ombra della direttiva Ue sulle spiagge di Cesena

Il Consiglio di Stato ha concesso la proroga solo fino al 31 dicembre 2023, poi le concessioni dovranno essere messe all’asta

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di Giacomo Mascellani

In questi giorni tiene banco la discussione sull’applicazione della direttiva Bolkestein dell’Unione Europea, che prevede di mettere a bando le concessioni demaniali. La questione nella sola provincia di Forlì-Cesena interessa 160 stabilimenti balneari, dei quali 127 a Cesenatico, ma anche importanti ristoranti e locali realizzati sul demanio marittimo. La direttiva è stata firmata nel 2006 e prende il nome dal commissario alla Concorrenza, Frits Bolkestein. Il documento è stato recepito in Italia nel 2010 ed il suo scopo è quello di garantire la parità di accesso ai mercati degli Stati membri, a tutti i professionisti e alle imprese che operano nell’Unione europea. Nel caso specifico delle concessioni, ad esempio, la direttiva prevede che i servizi pubblici possano essere affidati ai privati solo attraverso gare pubbliche e aperte a tutti i cittadini europei. Undici anni fa iniziò una battaglia da parte dei concessionari per difendere i loro diritti, che vide sul fronte i balneari di Cesenatico con in testa il presidente Simone Battistoni e quelli di Gatteo a Mare con il presidente Massimo Bondi e l’ex sindaco di Gatteo Gianluca Vincenzi. Dopo anni di discussioni, il primo governo Conte, quello per intenderci Movimento 5 Stelle-Lega, nel 2018 firmò una proroga di 15 anni, sino al 2033. Due anni e mezzo dopo, nel dicembre 2020, la Commissione europea avviò l’iter della procedura di infrazione e otto mesi fa, nel marzo 2021, l’Antitrust ha trasmesso una segnalazione e il Garante alla concorrenza ha chiesto di non applicare la proroga dei 15 anni.

Concessioni balneari fino al 2023, Corsini: "Serve una legge al più presto"

Sul tema Il Consiglio di Stato ha deciso una proroga solo fino al 31 dicembre 2023, dal giorno successivo non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza. Il Governo, dovendo fare il "Decreto concorrenza" che era già in agenda, ha rimandato alcune categorie tra cui i balneari, proprio in attesa della sentenza ma inevitabilmente ci sono state polemiche, fatte partire da alcuni parlamentari di M5S, Verdi e Più Europa. I grandi partiti invece la pensano diversamente e sul tema il centro destra e la Lega sono irremovibili e vogliono difendere a spada tratta i balneari, così come il Pd, che specie in Emilia-Romagna fa scudo e si è schierato a fianco della categoria, in primis il presidente Stefano Bonaccini con tutti i sindaci della riviera. I balneari sono in allarme, molti hanno già investito parecchio proprio per la concessione della proroga di tre anni ed ora si annuncia un altro inverno di battaglie su tutti i fronti. Oltre alla Bolkestein le spiagge romagnole devono affrontare altre questioni scottanti, come quella della presenza di sufficienti spiagge libere, che non sempre è garantita. Cesenatico a tal riguardo è messa abbastanza bene, con spiagge libere in ogni quartiere a mare e l’eccellenza dei servizi garantiti dalla cooperativa dei bagnini, come ad esempio la spiaggia delle Tamerici, dove oltre alle zone d’ombra e i servizi igienici, ci sono persino le docce calde gratuite, un fatto unico in Italia. A Cesenatico, secondo una indagine di Legambiente, l’occupazione delle spiagge è del 77,8 per cento, mentre la "maglia nera" è Gatteo a Mare, dove non c’è nemmeno una spiaggia libera e l’occupazione segna il 100 per cento, mentre a San Mauro Mare supera il 92 per cento.