Maltrattava la madre, condannato a due anni

Le liti tra il figlio 65enne di Cesenatico e l’anziana di 85 anni erano iniziate in seguito alla morte del padre per questioni legate all’eredità

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di Annamaria Senni

È stato condannato a due anni e un mese di reclusione per maltrattamenti nei confronti dell’anziana madre. L’ uomo , un 65enne di Cesenatico, era finito a processo per essersi accanito a lungo contro la mamma di 85 anni. Le tensioni tra madre e figlio erano nate in seguito alla morte del padre, per questioni legate all’eredità. Al processo, tenutosi in tribunale a Forlì, è stata sentita l’anziana donna che, dati i continui soprusi, si è convinta a denunciare il figlio per porre fine ai ripetuti maltrattamenti. L’uomo vive in una porzione di abitazione quadrifamiliare a Sala, adiacente alla mamma e al fratello, e la donna da quando era rimasta vedova era ripetutamente tormentata da quel figlio. Le offese erano continue, tanto che l’anziana non si ’arrischiava’ neppure a fermarsi nel giardino dell’abitazione per raccogliere i fiori da portare al cimitero al marito.

La donna veniva attaccata verbalmente più volte nella giornata e, in più di un’occasione fu anche aggredita fisicamente. Un giorno, nella primavera del 2020, dopo una litigata furibonda (sempre per questioni di soldi) il 65enne andò a casa della madre, la spinse e la prese a calci. L’anziana donna fu soccorsa dall’altro figlio e portata in ospedale per le cure. Riportò delle ferite alla gamba destra, giudicate guaribili in otto giorni. In un’altra occasione l’uomo avrebbe stretto i polsi della madre durante una litigata e l’avrebbe colpita con un secchio di plastica.

Il pubblico ministero ha ritenuto che tra madre e figlio si fosse instaurato ’un clima di vessatoria prevaricazione ai danni della donna, tanto che la personalità dell’anziana sarebbe risultata oppressa e la convivenza resa intollerabile per l’evidente rischio per l’incolumità fisica dell’anziana’. Il giudice ha condannato l’imputato al pagamento a favore della parte civile di 1.000 euro , e alla refusione delle spese processuali per 4.000 euro.