
Marketing piramidale Chiesti per 13 imputati quasi 30 anni di carcere
di Paolo Morelli
Ventotto anni e dieci mesi di reclusione, oltre a 31.000 euro di multa: è il conto complessivo presentato dal pubblico ministero Sara Posa a 13 dei 17 imputati del processo al sistema di marketing multilivello messo in piedi fino al 2018 da We Work, società (ora fallita) che aveva sede a Pievesestina di Cesena, per vendere i prodotti dell’azienda abruzzese Vitha Group: caffè, materassi, stuoie antalgiche, purificatori d’aria e altro. L’accusa più pesante è associazione per delinquere finalizzata alla truffa: attraverso inserzioni e col passaparola venivano reclutati aspiranti manager che, con il miraggio di guadagni facili e sostanziosi, entravano in un meccanismo che li induceva a vendere i prodotti a parenti, amici e ad acquistarli direttamente per raggiungere gli obiettivi di fatturato e reclutare aspiranti manager da inserire nel gradino più basso della piramide per essere spinti verso la cima.
L’imputato principale è Mario Pulcini, 43 anni, residente ad Acquaviva Picena, ma abitante a Montiano (difeso dagli avvocati Roberto Brunelli e Cinzia Felici di Pesaro). Per lui, perno dell’organizzazione, sono stati chiesti 7 anni di reclusione e 22.000 euro di multa. Per sua sorella Paola Pulcini, 53 anni, residente a Ripatransone di Ascoli Piceno (difesa dall’avvocato Alberto Giammarini di Fermo) la richiesta è stata di 8 mesi di reclusione. Altri tre imputati di rilievo sono Perez Luis Victor Pellegrino, 34 anni, residente a Mercato Saraceno (difeso dagli avvocati Antonio Baldacci e Davide Milanesi) per il quale sono stati chiesti 3 anni e 6 mesi di reclusione e 7.000 euro di multa, Giovanni Marchetti, 59 anni, abitante a Ripatransone (difeso dall’avvocato Giorgio Mambelli di Cesena), e Alessandra Ladeira Ribeiro, 52 anni, brasiliana residente a Cesena (difesa dall’avvocato Vittorio Manes) per i quali il pubblico ministero ha chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione. Poi ci sono Gian Marco Gramellini, 46 anni, di Ravenna (difeso all’avvocato Carlo Ambrosini di Brescia), 2 anni di reclusione; Mattia Feminella, 45 anni, abitante a Meldola (difeso dall’avvocato Carlo Ambrosini), 1 anno e 9 mesi di reclusione; stessa pena chiesta per Carmine Scatorchia, 53 anni, abitante a Cesena (difeso dall’avvocato Piercarlo Bertolazzi di Genova). Per Irene Mastromatteo, 56 anni, residente a Rimini (difesa dall’avvocato Carlo Ambrosini) sono stati chiesti 18 mesi di reclusione; per Angelo Daniele, 53 anni, e abitante a Rimini (difeso dall’avvocato Pasquale Delli Paoli di Rimini) 15 mesi. Un anno di reclusione è stato sollecitato per Massimo Palumbo, 44 anni, residente a Rimini (difeso dall’avvocato Anna Notari di Rimini), e Lorenzo Graziani, 30 anni, abitante a Castrocaro Terme (difeso dagli avvocati Jonata Peperoni di Forlì e Filippo Pagliai di Milano); infine per Chiara Ricci, 31 anni, di Mercato Saraceno (difesa dagli avvocati Antonio Baldacci e Davide Milanesi) è stata chiesta la condanna a 9 mesi di reclusione.
L’assoluzione è stata invece chiesta per Giuliano Battistini, 58 anni, di Cesena (difeso dall’avvocato Carlo Ambrosini); Alessandro Cavalli, 64 anni, di Faenza (difeso dall’avvocato Nicola Montefiori); Salvatore De Rosa, 40 anni, di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno (avvocato Andrea Vagito di Nocera Inferiore), e Francesca Salvucci, 31 anni, abitante a Macerata (difesa dall’avvocato Agostina Napolitano di Fermo).
Nell’udienza di ieri davanti al collegio giudicante formato da Monica Galassi (presidente), Ilaria Rosati e Marco De Leva, dopo la requisitoria del pubblico ministero sono iniziate le arringhe dei difensori che proseguiranno il 4 aprile e si concluderanno il 13 aprile, quando è prevista la sentenza.