"Mega bollette dopo il Covid: film già visto"

I titolari dei cinema preoccupati per la stangata sull’energia: "Appena gli spettatori escono abbassiamo luci e condizionatori"

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di Elide Giordani

"Prima avevamo un nemico, ora ne abbiamo due". Sintetico e drammatico il commento di Maurizio Paganelli, amministratore delegato della multisala Aladdin. Prima bloccate dalla pandemia, e oggi non ancora a pieni giri, le sale cinematografiche barcollano sotto i colpi della crisi energetica. "Non abbiamo ancora fatto i conti - aggiunge Paganelli – ma prevediamo esborsi consistenti". Ma il settore è dinamico e non attende la batosta a braccia conserte. "Stiamo studiando le misure per contenerli, appena escono gli spettatori abbassiamo luci e condizionatori, poi ci siamo aggiudicati il bando del Pnrr di 400 mila euro e stiamo elaborando una ristrutturazione in chiave tecnologica, ossia sostituzione dei proiettori analogici con lampade a laser e installazione di pannelli solari per cercare la massima autonomia possibile. Non possiamo fare altro e non sarà una rivoluzione immediata, guardiamo al 2023". Attrezzati a combattere una nuova emergenza, ma il problema è che quella precedente non è affatto superata. "Gli spettatori - dice amaro Paganelli - ancora ci chiedono se abbiamo riaperto. E’ il frutto avvelenato di una lunga chiusura che ha penalizzato noi più di qualunque altra categoria e in qualunque altro Paese. Il cinema in sala è uscito dalle abitudine della gente. Al ristorante c’è tornata. Da noi no. Ringraziamo il ministro Speranza". Parla dal festival di Venezia, Paganelli, e manda anche un messaggio al ministero, agitando lo spettro dell’altro nemico, il terzo, ossia le piattaforme digitali che assorbono un vasto mercato di utenti, quelli che i film li guardano sul divano. "Un festival che inaugura con una pellicola Netflix non destinata ai circuite delle sale - dice - denuncia un problema di sistema. E ora si aggiungono anche le mega bollette".

"Ho dato un’occhiata ai costi dell’energia elettrica - afferma Francesca Piraccini, amministratrice della multisala Eliseo -, da aprile ad agosto il nostro costo è cresciuto del 42 per cento. Nei primi otto mesi del 2022 abbiamo speso il doppio rispetto al 2021. Nel solo mese di luglio, in cui siamo rimasti aperti 15 giorni, abbiamo pagato una bolletta di duemila euro. Questa crisi energetica riduce ulteriormente la nostra possibilità di avere utili". "Noi all’Eliseo abbiamo 1300 metri da riscaldare in inverno e raffrescare in estate - evidenzia Francesca Piraccini - , se aggiungiamo le altezza delle sale ben si comprende come sia questa la voce più importante delle nostre utenze in una situazione che ancora non ha trovato la sua fluidità". Non è tutto, anche le lampade per la proiezione comportano un notevole dispendio energetico (necessitano di almeno 3 mila watt), soprattutto se si vuole garantire un’adeguata qualità. Ma neppure l’Eliseo si è lasciato scappare il treno del Pnrr. "Abbiamo partecipato al bando riservato ai cinema e ai teatri - dice l’amministratrice dell’Eliseo - e colto l’opportunità di rinnovare le nostre attrezzature". Ma non è solo questione di risparmio, c‘è anche l’opzione della produzione di energia. "Già abbiamo fatto un investimento nel fotovoltaico con un impianto da 20 kilowatt - dice infatti Francesca Piraccini -, di giorno incameriamo energia e di notte la impieghiamo. Ciò che manca è la possibilità di stoccarla. Guardiamo a nuove tecnologie con batterie di accumulo, peccato che al momento siano introvabili".