Mercato Metalli, da Gambettola al mondo

Nata nel 2019 grazie a CesenaLab, la startup movimenta oggi 1.500 tonnellate al mese e festeggia pubblicando le quotazioni dei rottami

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Quando è nata, a febbraio 2019, dalle chiacchiere tra due ragazzi gambettolesi, MercatoMetalli era solo l’ennesima startup che vuole unire un mercato tradizionale (quello dei rottami di metallo: più analogico di così) con le mirabolanti possibilità del web. Non male perciò, dopo solo poco più di un anno, e con una pandemia di mezzo, essere giunti a oltre 300 aziende registrate e 1.500 tonnellate di metalli gestite ogni mese.

Il segreto? A dispetto dell’idea che abbiamo di una startup (tenere nascoste il più possibile le informazioni), in questo caso non c’è. Mentre commerciavano i metalli, infatti, questi due gambettolesi (Fabio Paolucci, 36 anni, laureato in Lettere ed esperto di informatica, e Tommaso Placucci, 35 anni, quarta generazione di commercianti di metalli) hanno pensato che forse fosse utile rendere note piuttosto che nascondere le informazioni di mercato che acquisivano sull’andamento dei prezzi.

Così, dopo il primo passaggio, la pubblicazione in chiaro sul sito delle quotazioni del London Metal Exchange, da qualche giorno la startup gambettolese ha reso disponibili gratuitamente a tutti e non solo alle aziende registrate al portale anche le quotazioni delle categorie commerciali dei rottami metallici.

Il tema, trattandosi di metalli, è ovviamente più complicato: "I prezzi pubblicati – spiegano infatti Paolucci e Placucci –, sono delle medie di mercato e non i prezzi massimi applicabili". Il punto, spiegano i due, è che "le quotazioni dei rottami metallici, al contrario di quanto accade per le quotazioni delle materie prime, non dipendono solo dalle dinamiche di domanda e offerta", ma da molti altri fattori. "Ad esempio la quantità e la tipologia di lavorazioni che un carico di merce deve subire per poter essere reimpiegato", ma anche "le quantità che un’azienda ha a disposizione", ovvero la capacità che ha un’azienda del settore dei rottami di soddisfare contratti di fornitura duraturi.

Da qui l’idea di pubblicare delle medie di mercato, e non dei valori assoluti, con cui la startup gambettolese, per sua stessa ammissione, ambisce a risultare una bilancia del settore.

Un’attività parallela a quella della compravendita, che in poco più di un anno, e grazie anche all’accelerazione di Unindustria Reggio Emilia, è cresciuta esponenzialmente, passando da 40 imprese registrate a luglio 2019 (100 di fine 2019) alle 300 di oggi e dalle 500 tonnellate di metalli movimentate nei primi 5 mesi di vita alle 1.500 al mese di oggi. Alla base, come spesso capita, c’è lo zampino di CesenaLab, l’incubatore di startup cesenate fondato dal Comune, Alma Mater e Fondazione Carisp, che negli ultimi anni ha scoperto e accompagnato al successo decine di realtà.

Simone Arminio