Molestie a un’alunna? Scagionato dopo 10 mesi

Conclusa con l’archiviazione la vicenda che ha travolto un insegnante di sostegno in una scuola elementare: "Un incubo, mai stato da solo con lei"

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Accusato di aver molestato sessualmente una bambina disabile. Inizia così l’incubo per un insegnante di sostegno che a inizio estate del 2021 si ritrova indagato per violenza sessuale su minore. "Ricordo bene che ero a casa con i miei figli quando suonarono alla porta – parla l’insegnante, di origini straniere, da tempo a Cesena dove insegna in una scuola primaria - un uomo in divisa mi disse che si trattava di una cosa gravissima e che ero accusato di aver molestato un’alunna. Mi cadde il mondo addosso". Il procedimento penale nei confronti del maestro 50enne, indagato per violenza sessuale su minore, si è da poco concluso con un’ordinanza di archiviazione disposta dal giudice Massimo De Paoli che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Filippo Sant’Angelo. "Tutte le accuse mosse all’indagato sono cadute una ad una, e l’archiviazione è stata disposta per totale insussistenza del fatto", ha detto l’avvocato Raffaele Pacifico, che lo difende.

Dopo dieci lunghi mesi è finita la vicenda che ha gettato sgomento tra genitori e alunni e smarrimento tra tutti gli insegnanti. E’ iniziata così. L’estate scorsa una bambina di scuola primaria racconta ai genitori che il suo maestro l’avrebbe molestata. Va nei dettagli, la bimba di appena 9 anni, dice che "il maestro la toccava con le dita" nelle parti intime. La bimba sembrerebbe soffrire di disabilità che la rendono incapace di esprimersi in modo corretto, ma i genitori non mettono in dubbio le sue parole e parte la denuncia. In incidente probatorio viene esaminata la capacità di comunicazione della bambina. Che si sia inventata tutto? L’insegnante sostiene di non essere mai stato solo con l’alunna. "Quando andava in bagno – dice il maestro – l’accompagnavano sempre le bidelle o le maestre. Mai e poi mai sono stato da solo con lei. Come avrei potuto molestarla? Ho vissuto l’incubo peggiore della mia vita, nemmeno lontanamente paragonabile a quando, da bambino nel mio paese, mi nascondevo perché i guerriglieri rapivano i fanciulli alle loro famiglie". Ora rimane solo la rabbia, e eventuali scuse da parte della famiglia della bimba sarebbero inutili. "Da straniero in Italia ho vissuto e superato ogni cosa, anche le offese razziste, l’indifferenza, la sottovalutazione di una persona di colore che diventa maestro nonostante le difficoltà – dice l’uomo -; il dolore rimane e rimarrà sempre nel mio cuore, forse lavorare nella scuola oggi implica anche il dover stare attento a tutto, anche alla cosiddetta ‘gente per bene’. Questa è la cosa peggiore che può capitare: doversi difendere dall’accusa più grave di cui un uomo possa macchiarsi, senza poter fare nulla. Alla fine, però, la giustizia è stata fatta. Sono e rimarrò un insegnante e ne sono fiero".

Annamaria Senni