"Negozi di abbigliamento, è una crisi irreversibile"

Il vicepresidente regionale di Federmoda: "Settore ucciso dell’e-commerce". In provincia negli ultimi 5 mesi hanno abbassato la saracinesca 76 attività

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Il Covid prima, la crisi energetica e l’inflazione galoppante poi. Veri e propri flagelli che si sono abbattuti su un settore già in sofferenza, gravato da una tassazione ai limiti dell’iniquo e dalla concorrenza spietata delle vendite online. Sono solo alcune delle cause che hanno trascinato il commercio cosiddetto ‘di prossimità’ (i negozi di quartiere) verso il baratro: la crisi del comparto morde anche nelle nostre zone, come dimostrano i dati elaborati dalla Camera di Commercio romagnola per la provincia di Forlì-Cesena, relativamente al periodo compreso tra il 1° aprile e il 31 agosto 2022. In soli cinque mesi, nella nostra provincia hanno chiuso i battenti 126 attività, di cui 76 nell’ambito del commercio al dettaglio e 50 in quello all’ingrosso. Tutto questo a fronte di 80 aperture complessive: il saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni, dunque, ammonta a 46.

"Piove sul bagnato": è il commento di Gianmaria Zanzini, vicepresidente regionale di Federazione moda Italia. "Nel settore moda e abbigliamento, in particolare, le chiusure hanno interessato 6 negozi su 10 solo negli ultimi dieci anni: è una crisi irreversibile". Al di là della crescita esponenziale – e mai regolamentata, precisa Zanzini - di outlet, spacci aziendali e ‘temporary shop’, ciò che ha generato effetti davvero devastanti è lo strapotere dell’e-commerce. "Diversamente dai punti vendita tradizionali, quelli digitali possono attuare saldi indiscriminati in qualsiasi periodo dell’anno, senza vincoli normativi", prosegue Zanzini. In una situazione già complicata, ecco che inflazione e crisi energetica erodono il potere d’acquisto delle famiglie, mettendo a rischio, ancora una volta, tutta la filiera del ‘made in Italy’.

A proposito di negozi di vicinato, sono numerosi quelli che, nelle ultime settimane, hanno annunciato le svendite di fine attività o hanno già abbassato le saracinesche. Insegne care ai cittadini, punti di riferimento storici e tappe obbligate delle passeggiate di sabato pomeriggio. Come ‘La sportiva’, punto vendita che dal 1978 spiccava, con le sue luminose vetrine, in viale Carducci a Cesenatico. I titolari si sono congedati con un breve post, comparso su Facebook lo scorso 4 ottobre: "la nostra è una lunga storia di un lavoro svolto con immensa passione e dedizione, seguendo sempre il passo dei tempi", hanno scritto. "Vogliamo salutare e ringraziare tutti i clienti e amici vicini e lontani, tutti i rappresentanti e le aziende con cui abbiamo collaborato fino a oggi". Chiuderà a fine mese, invece, la cartoleria Fairlu, in via Malanotte a Cesena. Anche in questo caso, il post che annunciava l’avvio delle svendite ha suscitato un’ondata di stupore e dispiacere tra le clienti più affezionate della cartoleria. Molte di loro, sui social, non hanno esitato a definirla ‘il negozio delle meraviglie’ e ‘un posto in cui si andava per rigenerarsi: era come entrare in un sogno dipinto dai bambini’.

Maddalena De Franchis