No mask e certificati falsi: nell'inchiesta anche un ex candidato sindaco di Cesena

Venti riguardano l’esenzione dall’uso della mascherina, le altre sei attestavano patologie incompatibili con la vaccinazione anti Covid-19. Un medico sospeso

Una delle manifestazioni ‘No paura day’ al centro dell’inchiesta della Procura

Una delle manifestazioni ‘No paura day’ al centro dell’inchiesta della Procura

Cesena, 19 novembre 2021 - Sono 26 i falsi certificati rilasciati dal medico chirurgo Roberto Santi, 68 anni, di Sestri Levante (provincia di Genova) secondo le indagini condotte dalla Digos della Questura di Forlì e recepite dalla Procura della Repubblica che pochi giorni fa ha inviato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari al medico, a venti persone che avrebbero utilizzato le false certificazioni e ai loro difensori (molti dei quali d’ufficio).

L’avviso di chiusura delle indagini preliminari equivale a un avviso di garanzia e dà diritto all’indagato di chiedere di essere interrogato e di produrre memorie e documenti a suo discarico. Dopo avere esaminato tutto il materiale raccolto dalle forze dell’ordine e quello fornito dagli indagati, il pubblico ministero Lucia Spirito deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o archiviare l’inchiesta.

Venti certificazioni rilasciate dal medico genovese riguardano motivazioni sanitarie per esentare dall’utilizzo della mascherina e sarebbero state rilasciate dal novembre 2020 ai giorni nostri; le altre sei (rilasciate tra febbraio e aprile 2021) attestano la presenza di allergie o patologie che rendevano incompatibile con il soggetto interessato la vaccinazione contro il virus Covid-19. Al medico genovese viene contestato di aver rilasciato le certificazioni a pagamento senza effettuare alcuna visita e di non aver raccolto la documentazione sanitaria delle persone che si rivolgevano a lui. Per questo il 21 ottobre scorso è stato sospeso per dieci mesi dall’esercizio della professione dall’Ordine dei medici della Liguria.

La maggior parte di coloro che hanno ricevuto le false attestazioni sono comprese nell’elenco degli indagati perché hanno utilizzato i certificati irregolari per eludere i controlli delle forze dell’ordine o inviandole alle scuole frequentate dai figli minorenni per consentire loro di seguire le lezioni senza indossare la mascherina.

Tra coloro che hanno chiesto e ottenuto la certificazione, ma non si trovano nell’elenco delle 21 persone indagate, c’è Antonio Barzanti, 52 anni, candidato sindaco di Casapound alle elezioni comunali di Cesena del 2019 nella quali ha ottenuto 470 voti, pari allo 0,87%, ultimo nella classifica dei candidati al ruolo di sindaco e dei partiti. Abbiamo cercato di contattarlo, ma non ha voluto interloquire con noi su questo argomento.

Tra coloro che hanno ottenuto la certificazione e sono compresi nella lista degli indagati (è difeso dall’avvocato Marco Zanuccoli di Cesenatico) c’è l’avvocato Riccardo Luzi, 53 anni, una vera e propria star del firmamento ‘no vax’ e ‘no mask’, spesso presente alle manifestazioni di protesta (in città e altrove) non solo come partecipante, ma anche come relatore ai ‘No paura day’ che domenica prossima festeggeranno un anno di manifestazioni anti-restrizioni.

L’attivismo dell’avvocato Luzi, che non ha chiesto per sé la certificazione per essere esentato dall’uso della mascherina, ma per le due figlie minorenni, e i suoi comportamenti sono entrati nel mirino di un gruppo di suoi colleghi che hanno inviato un esposto all’Ordine degli avvocati di Forlì-Cesena in cui sostengono che avrebbe gettato discredito sull’intera categoria. Il consiglio direttivo ha esaminato l’esposto e l’ha inviato al Consiglio distrettuale di disciplina che ha sede a Bologna per eventuali provvedimenti.