Mauro Gorini, cesenate, associato a Confartigianato, opera come general contractor nel settore edile.
Che mestiere è il suo?
"Quella del general contractor è una figura intermedia tra uno studio, un’impresa e una finanziaria, che si propone al committente finale per ottimizzare tutti i processi di costruzione. Fanno capo alla nostar rete una sessantina di piccole aziende territoriali, noi siamo una realtà media, che fattura 20milioni annui".
La vostra attività è andata in difficoltà a causa delle contraddittorie vicende del superbonus?
"No, siamo stati in grado di gestire bene le operazioni. Per quel che concerne la cessione del credito che il decreto ha bloccato siamo riusciti a trovare degli interlocutori bancari di rilievo che li hanno acquistati. L’unica nostra difficoltà ha riguardato i tempi dei lavori che si sono rallentati. Il problema lo hanno avuto piccole imprese che invece si sono trovate a un certo punto chiuse le porte da parte di Poste e Cassa Depositi e Prestiti che hanno smesso di prenderli. Più in generale devo rimarcare che manca nel nostro Paese una cultura dell’acquisto del credito".
Il settore edile rischia di ripiombare nella crisi?
"Questa vicenda crea evidentemente problemi alle imprese del settore, nonché ai privati e ai condomini che hanno avviato ristrutturazioni confidando di ricorrere allo sconto in fattura e alla cessione del credito".
Cantieri bloccati a metà, imprese in difficoltà finanziarie. Come è possibile per il committente uscire dal cul de sac senza più sconto in fattura e cessione del credito?
"L’unico strada ritengo sia quella di pagare con il proprio danaro il completamento dei lavori".