REDAZIONE CESENA

Per la diocesi un magro bilancio. Ricavi dalle questue in picchiata

Sono diminuiti ad appena 3.500 euro nel 2023. In netto calo le rendite scaturite dagli immobili della curia "Senza i fondi dell’8 per mille derivanti dalla denuncia dei redditi non saremmo in grado di sostenerci".

Per la diocesi un magro bilancio. Ricavi dalle questue in picchiata

Il vescovo della diocesi di Cesena Sarsina Douglas Regattieri, che ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti di età, 75 anni, il 5 ottobre scorso

Operazione trasparenza della curia che ha diffuso sulle colonne del settimanale diocesano le cifre salienti relative a costi e ricavi del bilancio consuntivo del 2023. Spulciandolo emerge che fondamentali per il sostentamento sono i fondi dell’8 per mille, vale a dire quelli che derivano dalle scelte dei contribuenti al momento della presentazione della denuncia dei redditi.

Quelli per culto e pastorale, carità, beni culturali e nuova edilizia sono stati interamente assegnati, per un importo complessivo superiore a un milione e 400mila euro. Nel 2023 la parte più rilevante è stata destinata al culto e alla pastorale (quota di 537mila euro), mentre 306mila euro di fondi Cei sono stati assegnati per ristrutturazioni di beni immobili. I contributi dalla Cei più i ricavi portano a un ammontare di 1.982.031 euro, poco meno di 500mila euro inferiori rispetto al 2022, una cifra non da poco.

Voci importanti nei costi riguardano per i beni culturali i contributi per le parrocchie di San Romano (261.700) e chiesa di Boccaquattro (137.999 euro). Per la ristrutturazione della nuova curia in via don Minzoni sono ancora destinati nel bilancio 194mila euro.

Per le opere di carità spiccano i 130mila euro per l’acquisto della mensa della Caritas, i 120mila euro assegnati per l’attività della Caritas più il fondo di 140mila euro a disposizione del vescovo monsignor Douglas Regattieri per le opere di carità. Piccoli contributi vanno anche ad altre associazioni di volontariato. Quanto invece ai ricavi quelli degli immobili sono diminuiti di oltre duecentomila euro, ma l’anno scorso essa comprendeva la vendita straordinaria di un immobile per circa 225mila euro.

Tra gli affitti si segnalano 20mila euro in meno di incremento.

Il piatto piange per le questue a favore della diocesi, diminuite di circa 67mila euro, mentre le raccolte alle messe si sono ulteriormente assottigliate: da 10.224 euro sono scese a 3.510. Altri costi guardano le parrocchie di San Carlo-San Amante San Romano, Bulgarnò e chiesa Cattedrale (la quale assorbe la somma più corposa, pari a 80mila euro).

"Anche la nostra diocesi – commenta i conti nudi e crudi il settimanale diocesano a così come avviene per le altre in Italia, senza i fondi dell’otto per mille non riuscirebbe a sostenere neppure le spese di funzionamento della curia".