
Gli alunni della 2ª C della scuola media di Savignano hanno fatto un percorso assieme ai professori e agli educatori "Ci siamo messi in gioco e abbiamo imparato a fidarci e ad affidarci ai nostri amici, senza paura di essere giudicati".
Seekers è un progetto che è stato pensato da Emanuela Frisoni e Paolo Summaria, educatori dell’associazione papa Giovanni XXXIII, con lo scopo di aiutarci a creare delle relazioni positive e per insegnarci a stare insieme agli altri nei contesti più differenti ad esempio a scuola, nei momenti di festa e nelle varie avventure che affronteremo durante la vita. Secondo questo progetto tutti i tentativi che noi facciamo, sono in realtà una ricerca di bellezza, ma la bellezza la dobbiamo cercare in noi e a nostra volta dobbiamo mostrarla. Il progetto proponeva diverse attività teatrali, che ci hanno fatto scoprire il valore dello sguardo, dell’attesa, del tempo e ci hanno aiutato a riflettere e a migliorare nel rispetto e nelle relazioni. Ci ha dato degli insegnamenti molto importanti, come aiutare chi è un po’ timido a conoscersi per scoprire che ha una personalità unica. Abbiamo iniziato con alcuni esercizi preparatori: in un esercizio dovevamo scambiarci di posto con un compagno, appena incrociavamo il suo sguardo. Pensiamo che questo esercizio servisse a farci aprire con persone con cui non giochiamo abitualmente. Gli educatori ci hanno detto anche che non dobbiamo essere ‘isole’, ma ‘arcipelaghi’, siamo d’accordo su questo, perché volevano dirci che uniti siamo più forti, quindi non bisogna vergognarsi di stare con qualcuno, anche se questo a volte può capitare. Spesso gli educatori richiamavano la nostra attenzione, dicendo di "non scappare, ma di starci". Pensiamo che ce lo abbiano detto perché, noi "scappiamo" quando abbiamo paura di fare un passo in avanti sulla strada della nostra vita, talvolta noi proviamo a scappare quando è ora di crescere, perché spesso vogliano rimanere bambini oppure volevano spronarci ad essere attenti mentalmente e ad imparare a stare alle situazioni, anche se si prova qualche imbarazzo.
Alcuni esercizi che abbiamo svolto ci hanno fatto riflettere, come quello in cui potevamo capitare vicino ad un compagno-bomba, o un compagno-scudo: abbiamo pensato che è ciò che ci può succedere nella vita, cioè la possibilità di capitare vicino a chi ci fa scoppiare o a chi ci protegge. Inoltre, dopo diversi esercizi preparatori, abbiamo realizzato delle semplici coreografie, replicando dei gesti e adattandoli alla musica e abbiamo fatto alcuni sketch, improvvisando. Abbiamo poi fatto giochi molto difficili, come quello in cui dovevamo creare una macchina con le persone. Il gruppo con la macchina più bella vinceva. In quel momento abbiamo dovuto mettere in moto l’immaginazione, ma abbiamo dovuto anche coordinarci e spiegare la finalità del nostro progetto e tutto in tempi molto stretti: l’avercela fatta a realizzare qualcosa, ci ha reso molto soddisfatti. Belle sono state anche alcune annotazioni degli educatori sul nostro atteggiamento e sul senso di quello che facevamo. Ci è stato detto che "teatro" è quando si è in uno spazio davanti a un pubblico: pensiamo che la nostra vita sia un continuo "teatro" e che non importa se sarà una commedia o apparentemente una tragedia, ma questo teatro sarà sempre bello da vivere, perché ci aiuterà a crescere.
Emanuela e Paolo hanno aggiunto anche che a teatro si finge, si recita. A volte tutti noi recitiamo per nascondere qualcosa che ci può imbarazzare, però forse questo è normale. Siamo stati contenti di realizzare il progetto con i nostri compagni di classe: grazie a tutti gli esercizi che abbiamo svolto, anche utilizzando tecniche teatrali, abbiamo imparato a mostrarci e a metterci in gioco ad avere più fiducia in noi stessi, nelle nostre potenzialità e nelle persone che non conoscevamo a fondo. Abbiamo imparato ad affidarci alle persone, a provare empatia e ad accettarci. Abbiamo imparato a essere noi stessi, anche davanti agli altri, senza paura di essere giudicati e senza nasconderci dietro ad una "corazza".
Massimo Bettini, Nicolò Bettini, Nico Bisacchi, Nicolò Brigliadori, Oumi Ndiaye, Vittoria Pagano, classe 2ª C scuola di Savignano