Per le sale Bingo e le agenzie di scommesse chiusura totale: dipendenti in cassa integrazione

Al Club Ippodromo sospese anche tutte le attività sportive e ricreative tranne l’equitazione

di Paolo Morelli

E’ tutto chiuso. La cittadella dello sport, del benessere e del divertimento del Club Ippodromo ha chiuso i battenti. Niente palline del Bingo che vengono estratte, niente slot machine, niente scommesse sportive, ma neppure partite a tennis, calcetto, biliardo e sedute in palestra. Solo il Cesena Horse Center è ancora aperto, i cavalli non vanno in lockdown e hanno bisogno di fare movimento all’aria aperta ogni giorno, analogamente a quello che accade nelle scuderie dell’ippodromo dove ci sono alcune decine di cavalli da corsa che vengono allenati. L’ippica, infatti, continua nella normale programmazione delle corse, ma a porte chiuse, cioè senza pubblico e con accessi fortemente selezionati nell’area delle scuderie degli ippodromi; oggi ci sarà la prima giornata di corse a porte chiuse all’Ippodromo dell’Arcoveggio di Bologna.

"Avremmo potuto tenere aperto il bar fino alle 18 – dice Marco Rondoni, direttore generale di Hippogroup Cesenate –, ma con le attività bloccate ci saranno ben pochi frequentatori. Nei prossimi giorni valuteremo un orario ridotto in base alle richieste dei frequentatori più affezionati".

Sono una cinquantina le persone che fino al 24 novembre hanno perso il diritto a svolgere il loro lavoro: 32 dipendenti del Bingo Cesena, sei addetti alla vigilanza e alle pulizie, una dozzina di operatori del club e addetti alle attività sportive. La maggior parte di loro avrà accesso al Fis, il Fondo d’integrazione salariale, ma non chi opera in regime di libera professione come i maestri di tennis.

Per Hippogroup Cesenate il danno è ben più rilevante, perché la chiusura delle attività riguarda anche le sale Bingo, Vlt e le agenzie di scommesse di Bologna, Modena e Firenze.

Chiuso, ovviamente, anche Atlantica Bingo Gaming Hall a Cesenatico. "Da un giorno all’altro – afferma Andrea Battistini che insieme alla famiglia gestisce l’imponente struttura – abbiamo dovuto lasciare a casa le 34 persone alle quali diamo lavoro, divise a metà tra l’organizzazione e l’assistenza al gioco e la ristorazione. Durante il lockdown primaverile abbiamo anticipato il trattamento economico della cassa integrazione che stiamo ancora recuperando scontando imposte e contributi, ma non so se saremo in grado di anticipare le somme necessarie anche questa volta perché il lavoro ha subito un rilevante calo dopo il lockdown. Infatti prima della chiusura qui lavorava una cinquantina di persone; la riduzione è avvenuta purtroppo attraverso il mancato rinnovo di contratti a termine".

Andrea Battistini è fortemente contrariato dal nuovo Dpcm in vigore da ieri: "Avevamo compiuto uno sforzo notevole riducendo la capienza delle nostre sale e organizzando diversamente i tavoli, riducendo da sei a quattro le persone che potevano sedere allo stesso tavolo, quello che i ristoranti dovranno fare oggi da noi era stato fatto cinque mesi fa. Inoltre abbiamo sempre avuto presente personale addetto al controllo delle mascherine, dell’igienizzazione delle mani e della temperatura corporea. Io credo che luoghi più sicuri di questo non ci siano, eppure ci tocca chiudere".