"Siccità, serve una strategia per i viticoltori"

Il nuovo presidente dell’Ais Romagna lancia l’allarme per la vendemmia anticipata: "Produzione in calo, ma la qualità è salva"

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La presentazione della guida per buongustai ‘Emilia-Romagna da bere e da mangiare 2022-2023’, tenutasi ieri mattina nella sede cesenate dell’Ais - Associazione italiana sommelier Romagna, si è rivelata non solo un’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’enologia - e, più in generale, della viticoltura – nella nostra regione, ma anche per ufficializzare il debutto di Adolfo Treggiari, già delegato Ais Cesena, nel ruolo di presidente Ais Romagna per i prossimi 4 anni. Fresco di elezione, Treggiari succede all’altro cesenate Roberto Giorgini, che ha guidato l’associazione dei sommelier romagnoli negli ultimi otto anni. Nel corso della conferenza stampa, Treggiari ha evidenziato la costante crescita qualitativa delle etichette romagnole e si è soffermato sulle tante sfide che attendono i produttori romagnoli, non ultima quella rappresentata dalle avversità atmosferiche.

"Proprio ieri sera parlavo di questa situazione con un viticoltore della zona", racconta Treggiari, "mi diceva che, per alcuni vitigni precoci (come le uve per le basi spumante), darà inizio alla vendemmia nei primi giorni di agosto. Non era mai successo prima d’ora". Le elevate temperature che ci accompagnano ormai dalla seconda metà di maggio (che per le vigne coincide con il delicato periodo della fioritura), unite allo stress idrico causato dall’ostinata siccità, determineranno – è il pronostico di Treggiari – un calo produttivo significativo. La qualità, tuttavia, dovrebbe essere all’altezza delle aspettative.

"Per gli anni a venire, occorrerà prendere coscienza che il cambiamento climatico è già una realtà ed escogitare strategie adeguate a far fronte ai suoi effetti più drammatici", prosegue il neopresidente dell’Ais. "Alcuni viticoltori si stanno organizzando con l’irrigazione di soccorso, attingendo da bacini artificiali privati; altri sposteranno i vigneti nelle aree collinari, dove le condizioni restano leggermente più favorevoli. Chi non può ‘migrare’ proverà a piantare varietà con maturazioni tardive, per cercare di riportare il momento della vendemmia alla fine di agosto, come accadeva sette-otto anni fa".

Solo qualche giorno fa era stata Confagricoltura Emilia-Romagna a lanciare l’allarme sul profilarsi di una vendemmia anticipata in tutta la regione. A questo proposito, il presidente dei viticoltori dell’associazione, Mirco Gianaroli, ha stimato una flessione produttiva nell’ordine del 25-30% (con picchi fino al 50%) in collina e almeno del 10% in pianura, a causa della carenza idrica e del proliferare di agenti patogeni, favoriti dal caldo torrido e mai manifestatisi con tanta virulenza alle nostre latitudini. Gianaroli ha inoltre sottolineato la "necessità di cercare soluzioni alternative, tra cui portinnesti resistenti e tecniche agronomiche di precisione, in grado di garantire il risparmio d’acqua. Occorre, inoltre, costruire bacini irrigui e investire in ricerca, con l’obiettivo di mettere a punto un sistema efficace di difesa delle produzioni vitivinicole da parassiti e malattie".

Maddalena De Franchis