Socializzare con la tecnologia. La missione di ‘Teca’ per i giovani

Teca, innovativo servizio socio-culturale, mira a creare momenti di condivisione e contrastare la solitudine nel mondo digitale. Presentato alla Fiera di Cesena, il progetto punta a coinvolgere il mondo giovanile con il supporto di autorità e istituzioni.

Utilizzare la propria fantasia su un tablet, sfruttando tutte le potenzialità del mondo virtuale, per generare inediti scenari collettivi all’interno di un luogo reale. Un nuovo modo per creare momenti di condivisione ed eludere la profonda solitudine tipica del mondo digitale, elemento sempre più preoccupante della società contemporanea. È questo l’obiettivo di Teca, innovativo servizio socio-culturale rivolto principalmente al mondo giovanile, ma non solo, che sorgerà all’interno del Padiglione A della Fiera di Cesena (ingresso da Piazzale Ezio Vanoni, 100) e che ieri è stato svelato per la prima volta al pubblico alla presenza delle autorità. Tra gli ospiti il sindaco Enzo Lattuca, Antonio Buzzi presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, e Pierlorenzo Rossi direttore generale di Confcooperative Emilia Romagna.

Realizzato da Generazioni, cooperativa sociale con sede a Dovadola e operativa principalmente sul territorio romagnolo (www.generazioni.eu), questo innovativo progetto ideato dal dottor Enrico Chiudinelli, che ne cura la direzione artistica mentre Elena Candoli ne cura gli aspetti legati al luogo e alle scenografie, ha ricevuto il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Cesena e dell’Ordine degli Psicologi di San Marino, nonché il sostegno dell’Ordine Psicologi Emilia-Romagna e di Cia Conad. Ad organizzare la partecipazione alle attività, che fino a settembre prenderanno vita in Fiera, sarà invece la dottoressa Simona Antonelli, referente di Teca. "Il nostro obiettivo - spiega Antonelli - è trovare una risposta ad alcune criticità sociali legate al disagio giovanile, in primis a quelle forme di solitudine e isolamento, oggi definite ‘nuove normalità’, che derivano dalla carenza di luoghi di incontro e socializzazione reali dedicati appositamente ai giovani".