di Raffaella Candoli Stasera alle 21, al teatro Moderno di Savignano, il sipario si alza sullo spettacolo ‘Chi è di scena’, scritto e interpretato da Alessandro Benvenuti, con Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti. Noto al pubblico televisivo anche per essere il simpatico e caustico Emo nella fortunata serie televisiva ‘I delitti del Barlume’, Benvenuti in questo lavoro interpreta la parte di un anziano attore scomparso improvvisamente dalle scene per cinque anni e rintracciato da un giovane attore dell’accademia suo fan, al quale decide di rilasciare un’intervista in casa propria. Testimone silenziosa della conversazione è la presenza di una donna, seminuda, adagiata su una chaise longue, di spalle ai due, che pare dormire profondamente. Benvenuti, le atmosfere dello spettacolo conducono lo spettatore attraverso cambi di atmosfere, coup de théâtre, fraseggi non sense. Ciò che appare non è. "Beh è questo il fil rouge della mia drammaturgia, che deve far leva su una forma di espressività linguistica, rispetto a quella estetica del cinema. Qui non c’è il primo piano, ma c’è la seduzione delle parole, l’accuratezza del dialogo; la recitazione è portatrice della scrupolosità della scrittura". La sua cifra stilistica si sovrappone alla sua persona: ovvero, un personaggio divertente, ma pungente. Un ‘toscanaccio’ insomma. Anche questo protagonista le somiglia, è vero? "Sì, è vagamente autobiografico. Il toscano-tipo sa facilmente prendere in giro gli altri, ha lingua aguzza e spirito vivace. In questo ho avuto un grande maestro in Paolo Poli, di cui sono stato amico. Però il toscano è poco autoironico. Questa drammaturgia rimedia a questa ‘tara ereditaria’. Ci fa capire che ci sentiamo padroni del mondo, ma è il mondo ad essere nostro padrone". Non manca neppure l’aspetto thriller. "Sono un appassionato di gialli, sono un fumettaro, amo le trame con i colpi di scena che fanno stare col fiato ...
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