Teatri e biblioteche non stringeranno la cinghia

Non è possibile razionalizzare ulteriormente i consumi di energia. Il Comune: "Già effettuati molto interventi di efficientamento"

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La Sala Piana della Biblioteca Malatestiana (foto Luca Ravaglia).

di Elide Giordani

Non saranno i luoghi d’eccellenza della cultura a stringere la cinghia. Sia il Teatro Bonci, gestito da Ert (che si accolla anche i costi dell’energia), che la Biblioteca Malatestiana non sono particolarmente energivori. Benché la biblioteca sia caratterizzata da un’alta frequentazione, a cui peraltro non si può razionare oltre luce e climatizzazione, ben poco sarà da addebitare alla sua gestione dei 750 mila euro in più (previsione che potrebbe rivelarsi ottimistica se le cose non prendono un altro abbrivio) che il Comune ha ipotizzato di dover sborsare per illuminare e riscaldare i suoi circa 100 edifici pubblici in questo tormentato anno di crisi energetica. Né sul Bonci né sulla Malatestiana potranno mai essere collocati pannelli fotovoltaici che trasformino l’energia solare in elettricità, e mai potrebbe essere avvolti in un cappotto data la loro caratteristica di edifici di pregio. Gli unici interventi possibili sono quelli della razionalizzazione dei sistemi energetici. "Nella parte delle biblioteca restaurata recentemente - dice Giovanni Battistini, direttore di Energie per la Città, la società che gestisce l’energia negli edifici di proprietà comunale -, così come per altri edifici dove è stato possibile, abbiamo escluso l’impiego del gas. Si è optato per sistemi di riscaldamento e raffreddamento a pompe di calore alimentate elettricamente. Una scelta effettuata con lungimiranza nel 2017. Nella parte più antica, invece, abbiamo trasformato i vecchi impianti in caldaie a condensazione". Tecnologia, quest’ultima, che recupera l’energia termica contenuta nei fumi di scarico, perduta con le caldaie tradizionali. La volumetria, il pregio degli edifici, la loro frequentazione sono tutti elementi che entrano in gioco nella valutazione dell’impiego dell’energia disponibile e, nel caso della biblioteca, sulla luce sarà difficile risparmiare. "Però - dice Battistini - in alcune aree, come la parte centrale al piano terra, abbiamo sostituito le lampade tradizionali con fari al led, rendendola omogenea con quelli dell’ultimo lotto aperto alla città". Ed è quello l’effetto che traspare dalle finestre della biblioteca che sembra esageratamente illuminata anche nelle ore serali in cui è disposta l’apertura. Ma non si sa se nell’inverno che verrà tale allungamento sarà ancora previsto.

Accanto agli interventi fisici sugli edifici pubblici ("Almeno una cinquantina di tetti disponibili, tra scuole e palestre, sono stati dotati di impianto fotovoltaico" informa Giovanni Battistini) c’è in elaborazione un piano che si traduce in una parola: risparmio. Che secondo l’assessora alla Sostenibilità Ambientale Francesca Lucchi, significa "l’accensione degli impianti dopo il 15 ottobre con orario prima ridotto e poi intero, condizioni climatiche permettendo; riduzione delle ore di funzionamento prima del 15 aprile; impianti in regime ridotto nelle scuole e nelle palestre durante le festività natalizie e nei fine settimana; temperatura fissa a 19 gradi (eccetto in nidi e scuole materne, anziani, disabili); temperatura ambiente di palestre comunali a 17 gradi e nei corridoi delle scuole a 16 gradi". E i luoghi ad utilizzo discontinuo (mense sale convegni)? Riscaldati solo al momento dell’utilizzo.