REDAZIONE CESENA

Tre messe a ricordo di Don Tino Mancini

La prima oggi a San Martino di Bagnolo, la seconda sabat a Roncofreddo e la terza domenica alla Collegiata

Tre messe per ricordare don Sante (Tino) Mancini, un prete che non verrà mai dimenticato. La prima sarà celebrata oggi nella chiesa di San Martino di Bagnolo frazione di Sogliano al Rubicone; la seconda sabato alle 18 presso la chiesa di Santa Paola di Roncofreddo e la terza sarà celebrata domenica 28 alle 19 presso la nota chiesa collegiata di Santa Lucia di Savignano sul Rubicone.

Don Tino, un prete molto amato, era nato a Bagnolo il 3 novembre 1923 e si era spento all’ospedale Infermi di Rimini il 29 agosto 2017 dopo essere stato per 68 anni al servizio della chiesa. Fu ordinato sacerdote dal vescovo missionario Luigi Santa il 27 marzo 1948 nella chiesa di Sant’Agostino di Rimini, essendo il duomo inagibile per i bombardamenti bellici. Dal 1948 al 1950 fu cappellano a Bellaria Mare, dal 1950 al 1960 parroco a San Martino in Converseto di Borghi e poi fino al 2002 divenne parroco di Bagnolo.

Dopo avere superato i 75 anni di età era andato in pensione, ma nel 2003 l’allora vescovo di Rimini Mariano De Nicolò lo rinominò parroco di Bagnolo. Prete dinamicissimo, il 93enne don Tino, oltre a svolgere in pieno il suo ruolo di pastore di anime nella sua parrocchia, fino al 31 dicembre 2016 è andato in aiuto anche a Don Fernando DellaPasqua parroco di Roncofreddo pure lui scomparso e a don Piergiorgio Farina parroco di Santa Lucia a Savignano.

Fra le tante opere che ha realizzato, la sistemazione della chiesa parrocchiale di Bagnolo e la ristrutturazione della chiesa sul monte Farneto, la ricostruzione della piccola Cella del Melograno a Serra di Bagnolo, la donazione di un nuovo organo alla chiesa parrocchiale di San Biagio di Roncofreddo e sempre a Roncofreddo 450mila euro per il nuovo asilo.

Da sempre amico dei pastori sardi che fin dagli anni ’60 si sono insediati sulle colline e sul crinale appenninico creando grandi aziende di allevamenti di pecore, mucche e di produzione di formaggio, Don Tino è stato il confessore di Caterina Pinna, scomparsa alla fine degli anni ’90, che era la mamma di Graziano Mesina, detto ’Grazianeddu’, il più famoso bandito sardo.

Ermanno Pasolini