"Vi racconto Dora Maar e il suo amore tossico"

Stasera al chiostro di San Francesco il reading di Federica Fracassi "Personalità e doti artistiche annullate nella relazione con Picasso"

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di Raffaella Candoli

Il Bonci sotto le stelle del chiostro di San Francesco, propone stasera alle 21.30, a cura di Emilia Romagna Teatro ERT, "Dora pro nobis", reading per voce e violoncello, tratto dal libro di Concita De Gregorio "Malamore", dedicato alla figura della fotografa Dora Maar e al suo contorto rapporto d’amore con Picasso. La produzione del Teatro di Dioniso vede in scena l’attrice Federica Fracassi e Lamberto Curtoni al violoncello.

Federica Fracassi, Dora è l’emblema di tante donne vittime di amori malati?

"Dora è un personaggio contemporaneo, è morta infatti nel 1997, ed è una delle tante figure femminili che io porto in scena perché rappresentano un ponte, tra me e le spettatrici e gli spettatori, per suscitare riflessioni, domande su quelle donne che annullano la propria personalità per illuminare gli altri". Che significa diventare Dora sulla scena?

"Ridarle dignità, tessere un filo interiore, essere la sua voce. È una proposta semplice dal punto di vista scenografico, mi sono concentrata sulla voce come espressione dell’anima. Con il violoncellista Curtoni abbiamo costruito una partitura, piaciuta alla De Gregorio, che è un combattimento in musica, un lavoro di drammaturgia in vari quadri che si susseguono, fino alla perdita di controllo".

Come si è avvicinata al testo? "Casualmente l’ho ascoltato dalla voce della sua autrice ed è stata una folgorazione. Ho realizzato che Dora è nostra sorella, l’emblema della donna che riluce a tal punto da essere annullata nella sua personalità e nelle doti artistiche".

L’amore tra Dora e Picasso sarà tossico per la donna, e finirà per minarne la salute mentale.

"Il loro rapporto durerà una decina d’anni. Dora dice anche che insieme ridevano un sacco, ma il pittore, personalità narcisistica, grande artista, ma non grande uomo, le aveva ritagliato il ruolo dell’incarnazione del dolore e di musa ispiratrice della donna che piange. Picasso dipinse Guernica usando il volto di Dora per ritrarre la figura che sorregge la lanterna al centro della composizione. Ma la condizionò nel lavoro: lei era ottima fotografa ma lui la spinse a dipingere, portandola in un ambito artistico in cui lei non poteva eccellere al par suo".

Ma Dora era una donna indipendente con mezzi economici e artistici.

"Ma aveva ossa fragili e fu sopraffatta dall’ego di Picasso che intratteneva rapporti amorosi con altre donne; lui la lasciò nel 1943 dopo aver appena incontrato la giovanissima Françoise Gilot, ma durante il loro rapporto restò legato a Marie-Thérèse Walter, che gli aveva dato anche una figlia, Maya".

E questo la fece cadere in una profonda depressione.

"Infatti, aggravata anche dal fatto della propria sterilità. Fu ricoverata in una clinica psichiatrica e sottoposta a diverse sedute di elettroshock, e nello spettacolo quei momenti diventano un grido in voce e musica: ‘Io non sono stata l’amante d Picasso – diceva -. Lui era soltanto il mio padrone’".