Cashback, fase uno chiusa tra luci e ombre a Cesena

Nei negozi cittadini è cresciuto l’utilizzo di bancomat e carte di credito, ma i commercianti lamentano alti costi di esercizio

Monica Giulianelli nella Tabaccheria di piazza del Popolo (foto Luca Ravaglia)

Monica Giulianelli nella Tabaccheria di piazza del Popolo (foto Luca Ravaglia)

Cesena, 3 gennaio 2021 - La fase uno è terminata. Dire che poteva andare meglio è un modo generoso per segnalare i tanti problemi – alcuni ancora irrisolti – che hanno caratterizzato la fase di avvio del cashback, il programma ideato dal Governo per favorire l’utilizzo dei metodi di pagamento elettronici all’interno dei negozi fisici.

Una mano al mondo del commercio alle prese con la sempre più monopolizzante concorrenza dell’online e allo stesso tempo un incentivo a utilizzare metodi di pagamento tracciabili. Idee buone con risultati rivedibili, legati prima di tutto al fatto che la gestione della piattaforma ‘Io’ della pubblica amministrazione sta riscontrando criticità di vario genere che anche ora spesso non consentono un’immediata registrazione dei metodi di pagamento e forniscono ragguagli sulle operazioni effettuate piuttosto tardivi.

Il 31 dicembre si è conclusa la prima fase e ad oggi la sezione dedicata non è consultabile. Un messaggio si limita ad assicurare che il saldo definitivo delle operazioni, col corrispondente importo che verrà rimborsato ( probabilmente in febbraio) sarà consultabile entro il 10 gennaio.

Nel frattempo è comunque possibile effettuare altri acquisti, con le relative operazioni che verranno contabilizzate nella sezione dedicata primo semestre 2021: i cesenati, come tutti gli italiani, avranno sei mesi di tempo per effettuare almeno 50 pagamenti elettronici che garantiranno il riaccredito del 10% della somma spesa per un massimo di 150 euro.

Resta invece al palo la ‘Lotteria degli scontrini’, che doveva partire il primo gennaio e che invece per motivi tecnici pare destinata a partire non prima di febbraio. Arriveranno tempi migliori, si spera.  

Nell’attesa, un dato sembra comunque certificato, sia dai trend rilevati a livello nazionale, sia dalle sensazioni raccolte passeggiando tra i negozi cittadini: l’utilizzo dei metodi di pagamento elettronici è significativamente e aumentato. Anche se le piene potenzialità sono ancora lontane dall’essere raggiunte: "Tanti clienti – spiega Monica Giulianelli della tabaccheria di piazza del Popolo – negli ultimi tempi chiedono di non pagare con le carte e questo è certamente un ottimo segnale, ma detto questo, su attività in cui gli importi degli scontrini sono bassi, il peso delle commissioni bancarie è tremendo. Accettare un pagamento col bancomat per una confezione di caramelle o una marca da bollo significa in pratica rimetterci".

Un altro esempio viene dal forno di Luca Lombardi, dove alla cassa lavora la moglie Catia: "La maggior parte delle persone continua a pagare in contanti , con qualche eccezione durante il fine settimana quando i l’età media degli acquirenti scende e l’utilizzo di nuove tecnologie aumenta. Siamo determinati a fare la nostra parte, ma il quadro all’orizzonte si delinea complicato: penso per esempio al tema della Lotteria degli scontrini: il registratore di cassa è a norma per registrare i codici, ma non abbiamo il lettore ottico in grado di rilevarli automaticamente. Acquistarlo significherebbe dover pagare oltre cento euro, non farlo invece ci vincola a perdere tanto tempo per utilizzare i tasti del registratore… Gli adempimenti tecnici e burocratico sono sempre di più e tra l’altro mai a costo zero…".