Cesena Confartigianato dà l'allarme. "Non troviamo stagisti"

Riparte ‘Bottega Scuola. "Sono venti posti, ma potrebbero essere trenta, eppure 8 su 10 l’anno scorso sono stati assunti"

INSIEME I ragazzi che parteciperanno agli stage formativi in venti aziende associate a Confartigianato, ieri alla presentazione del progetto

INSIEME I ragazzi che parteciperanno agli stage formativi in venti aziende associate a Confartigianato, ieri alla presentazione del progetto

Cesena, 27 febbraio 2019 - Un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro. Un ponte granitico sul quale costruire le basi per il proprio futuro. È lo spirito col quale ieri è stata avviata la quinta edizione del progetto Bottega Scuola, iniziativa voluta da Confartigianato Cesena, Fondazione Romagna Solidale, Fondazione Frutta d’Oro Orogel, Crédit Agricole, Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena e Fondazione Almerici. Sono coinvolte venti aziende del territorio e altrettanti ragazzi senza occupazione di età compresa tra i 18 e 29 anni: «Avrebbero potuto essere anche dieci in più – ha commentato il segretario di Confartigianato Stefano Bernacci –: quelle che sono mancate infatti non sono state le disponibilità delle aziende, ma le richieste dei ragazzi. Un dato che dovrebbe far riflettere, tanto più che nelle passate edizioni circa l’80% dei giovani coinvolti ha visto trasformarsi il tirocinio in un contratto a tempo indeterminato. E la maggior parte del restante 20% ha scelto autonomamente di cambiare strada».

Bernacci e gli alti relatori al tavolo (il presidente della Fondazione Crc Guido Pedrelli, Arturo Alberi di Romagna Solidale e Alfredo Di Liddo di Crédit Agricole) hanno insistito a lungo sull’importanza della qualità della produzione e dunque del lavoro: «E l’unico mezzo col quale siamo in grado di competere - e di eccellere - nei confronti dei competitor di tutto il mondo. Per questo ogni imprenditore vede il percorso di formazione delle nuove leve come un’importante opportunità di crescita e non come un mero mezzo per risparmiare sul salario».

Pure le aziende in effetti contribuiscono economicamente al progetto - premiato lo scorso anno a livello nazionale per la qualità della proposta offerta - ma più di ogni altra cosa investono tempo e risorse per tramandare un’arte o una metodologia di lavoro a chi contano di integrare nei loro gruppi.

«Il lavoro è la priorità - ha rimarcato Alberti - perché è una responsabilità verso se stessi e verso il resto della nostra società nel suo complesso che solo attraverso esso può crescere». «Garantire un buon collegamento tra le scuole e il mondo delle professioni è cruciale e da sempre - ha aggiunto Pedrelli -, altrimenti il rischio è che i nostri giovani vadano all’estero, impoverendo l’intero Paese».

Il percorso, che prevede anche la presenza di un tutor, su articola in una parte formativa di 40 ore e un tirocinio di sei mesi in azienda.