Civitanova Marche, motocarro bruciato nella notte. "Atto teppistico"

Il rogo al borgo marinaro. Il proprietario dell’Ape: "Nessuna vendetta contro di me, hanno colpito a caso"

L’Ape e il proprietario Mariano Luciani

L’Ape e il proprietario Mariano Luciani

Civitanova Marche, 16 aprile 2018 – Bruciata l’Ape di Mariano Luciani. Lui (65 anni) è un personaggio molto conosciuto: commerciante ittico (insieme alla moglie gestisce un box della vecchia pescheria di piazza Gramsci), cacciatore e dirigente del Tiro a volo Cluana. Il motocarro è andato a fuoco mentre era in sosta in via Conchiglia, la stretta strada del borgo marinaro dove Luciani risiede.

E’ successo alla mezzanotte di sabato. Il motore era bello freddo, visto che il veicolo era parcheggiato lì dalla mattina di venerdì. I vigili del fuoco, prontamente intervenuti con un paio di mezzi, hanno spento subito le fiamme e soffocato il fumo limitando i danni in termini ragionevoli. Non hanno riscontrato tracce e prove certe di un gesto doloso. Ma, se non altro per esclusione di ipotesi alternative, tutto lascia ritenere che ci sia la mano di un piromane. Il fuoco s’è sviluppato dal basso: dalla ruota posteriore sinistra, probabilmente.

E, frenato dall’acciaio del cassone, non ha trovato sfogo verticalmente. Così è stato il fumo a provocare danni collaterali a una delle abitazioni vicine: muro annerito, portone da risistemare, un po’ d’intonaco caduto in pezzi sul marciapiede. Per fortuna la dinamica del rogo è stata tale da proteggere l’auto di una residente, in sosta a un passo dall’Ape ma al riparo dalla propagazione delle lingue di fuoco. Quanto al motocarro, si sono salvati la cabina e i documenti di guida in essa conservati. «E pensare – ha detto Luciani – che proprio poche settimane fa l’avevo sottoposta e revisione, cambiando pneumatici e freni».

Ieri mattina s’è recato in Commissariato per la denuncia formale dell’episodio. Scocciato di quel che gli era capitato, ma tranquillo: «Sono sicuro di non essere stato oggetto di uno sgarbo mirato, né tantomeno di una vendetta: non ci sono i presupposti. Piuttosto ritengo si sia trattato di un atto teppistico consumato a caso». Non ci sono testimoni oculari. Né in quel tratto di via, tra l’altro assai malamente illuminato, insistono telecamere di sorveglianza. «Io – ha raccontato una signora che abita poco più in là – ho sentito un paio di scoppi, i cani che abbaiavano e, distintamente, passi di corsa in direzione nord: qualcuno che stava fuggendo, evidentemente. Mi sono affacciata, ma in strada non c’era più nessuno».

In una rientranza sono soliti fare mucchio da un po’ di tempo, di sera e di notte, giovani che una volta solevano riunirsi nel vicino palazzo Pistilli. Una telecamera privata li ha costretti a trovare un nuovo riparo proprio lì, a pochi metri dal teatro dell’incendio.

«Ragazzi, maschi e femmine, da cui è possibile aspettarsi di tutto», dice la gente a denti stretti. Le indagini sono curate dalla polizia. Ieri mattina la Scientifica s’è impegnata nei rilievi del caso, dentro e attorno l’Apetta. E sul posto è tornata la Volante. All’equipaggio i residenti hanno chiesto di fare qualche passaggio in più in via Conchiglia, nei loro giri d’ordinanza.