Chiesetta a rischio demolizione

La società proprietaria non vuole sistemarla. L’ufficio tecnico comunale: "Si esprima la Soprintendenza"

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di Giuliano Forani

La chiesetta della Madonna delle Grazie rischia di essere demolita, ma l’ufficio comunale di Urbanistica chiama in causa la Soprintendenza e forse l’operazione potrebbe essere scongiurata. A segnalare la cosa è l’architetto Roberto Giannoni, ex dirigente di Urbanistica e membro della direzione nazionale dell’Archeoclub. A monte del possibile abbattimento, come evidenzia lo stesso Giannoni, ci sarebbe la mancata apposizione dei vincoli di quel bene storico nell’adeguamento al Ppar e il fatto potrebbe autorizzare la proprietà a procedere alla sua demolizione, come pare avesse già deciso. La chiesetta, da tempo abbandonata, rientrerebbe tra le proprietà di una società con sede a Roma, e si trova in condizioni piuttosto precarie e anche a rischio. La decisione di abbatterla sarebbe stata assunta quando un confinante l’ha sollecitata ad effettuare interventi di restauro e consolidamento per metterla in sicurezza ed evitare che eventuali crolli danneggiassero anche la sua proprietà. Evidentemente, l’intervento migliore per soddisfare tale richiesta è stato ritenuto essere la demolizione, e da qui il relativo progetto, in ordine al quale l’ufficio tecnico ha messo dei paletti: sia la Soprintendenza a stabilire se quel rudere, che appartiene alla nostra storia, può essere abbattuto oppure se operazione più consona sia quella di ripristinare i vecchi vincoli. Il punto, ora, è tutto qui: aspettare il sopralluogo di verifica e quindi decidere. Per l’architetto Giannoni, un’operazione che va bloccata. "La chiesetta - ricorda esibendo un vecchio documento d’ archivio - risale al 1300 o 1400, lo stile è quello del tardo gotico ed in passato è stata amministrata da una nobile casata di Roma. All’interno c’è un solo altare in mattone sopra il quale sono collocati un crocifisso e sei candelabri in legno. Sulle pareti diversi quadri in tela, uno del pittore piacentino Renato Gobbi, poi una Madonna con il Bambino del pittore recanatese Giacomo di Nicola ed altro ancora, il tutto ci riporta alle nostre antiche tradizioni. Non si può abbattere la storia", conclude Giannoni. Oltre a motivazioni di carattere storico e artistico, la chiesetta, che è situata lungo la strada provinciale che collega la città alta a Montecosaro, è diventato ormai un toponimo consolidato non solo per la città ma per tutto il territorio. Una struttura da conservare e recuperare, quindi, secondo Giannoni. E forse sono in tanti a pensarla allo stesso modo.