Civitanova, in coma dopo il parto. Anestesista a processo

Donna di 35 anni è rimasta invalida, dottoressa accusata di lesioni colpose gravissime

Una anestesista dell’ospedale di Civitanova è finita sotto processo (foto archivio)

Una anestesista dell’ospedale di Civitanova è finita sotto processo (foto archivio)

Civitanova, 19 giugno 2018 - Accusata di lesioni colpose gravissime, è sotto processo l’anestesista dell’ospedale di Civitanova Barbara Degl’Innocenti: per l’accusa, avrebbe intubato nell’esofago invece che nella trachea una partoriente, che poi con un rigurgito sarebbe rimasta senza ossigeno, riportando una grave encefalopatia.

L’episodio fece molto clamore all’epoca, il 10 maggio 2016. Rosa Castro, una domenicana di 35 anni, era stata ricoverata, perché in procinto di dare alla luce il primo figlio. Alcune complicanze nella gestazione spinsero i ginecologi a sottoporla a un cesareo. Ma durante l’intervento la donna ebbe un rigurgito di cibo e per un lungo momento non riuscì a respirare. Questo le causò l’encefalopatia, che per mesi la costrinse in coma, e che tuttora l’ha lasciata in stato semi vegetale, con una gravissima invalidità. Dopo la denuncia, venne fuori che l’anestesista aveva optato per l’antestesia generale, sebbene la paziente non fosse stata a digiuno prima dell’intervento, che era stata decisa all’ultimo momento; inoltre l’intubazione era avvenuta nell’esofago invece che attraverso la trachea, e l’anestesista non se ne sarebbe accorta con il monitoraggio che avrebbe dovuto fare in maniera costante sulla partoriente. Infine, l’anestesista intervenuto quando la paziente aveva avuto il rigurgito era riuscito a intubare correttamente la 35enne senza alcuna difficoltà; sulla cartella clinca, la dottoressa aveva barrato quella procedura come «difficile» e «agevole». Da qui le accuse a carico della dottoressa Degl’Innocenti.

Ieri per lei, in tribunale a Macerata, era prevista la prima udienza, davanti al giudice onorario Vittoria Lupi. Il caso però deve essere trattato da un magistrato togato, quindi gli atti sono stati rimessi al presidente della sezione penale per una nuova assegnazione. L’imputata è difesa dagli avvocati Manuel Formica, e Giancarlo Faletti. I familiari di Rosa Castro sono assistiti dagli avvocati Andrea Di Buono e Lucia Iannino, che hanno chiesto un risarcimento in sede civile per aiutare la famiglia: il marito della donna ha dovuto lasciare il lavoro, in Umbria, per assistere la moglie, ospitata per mesi all’Istituto Santo Stefano e bisognosa di cure continue. La dominicana, è invalida al cento per cento.