Porto Recanati, maxi carico di eroina. Arrestato

Tre chili nascosti nel trolley, pakistano nei guai

Guardia di Finanza

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Porto Recanati, 6 luglio 2018 - Viaggiava con un trolley imbottito con tre chili di eroina, nascosta nella gommapiuma del bagaglio, una partita che secondo gli investigatori rientrava in un traffico più ampio di stupefacenti proveniente dal Pakistan. Arrestato ad aprile dopo una indagine della Guardia di finanza di Ancona, sarà processato con giudizio immediato Javid Khan Afridi, 50enne pakistano senza fissa dimora, intercettato a Jesi il 17 aprile e poi arrestato quattro giorni dopo a Porto Recanati, grazie a un arresto differito durante una ‘consegna controllata’.

I finanzieri del Goa di Ancona erano arrivati al pakistano nell’ambito di un’indagine più ampia, tesa a individuare un gruppo di persone che ha organizzato l’importazione dal Pakistan di grandi quantità di droga. Il 17 aprile, a Jesi, le Fiamme Gialle avevano controllato il trolley del 50enne, dove erano spuntati dei cristalli di colore beige, nascosti nell’imbottitura.

Non potendo subito stabilire che quei granelli fossero droga, i finanzieri hanno organizzato il trasporto del bagaglio con personale sotto copertura e quando la valigia è stata consegnata ad Afridi, a Porto Recanati, è scattato l’arresto. L’analisi dei cristalli attraverso il drop test ha permesso di stabilire che la sostanza era appunto eroina, per un peso netto di 3.232 grammi.

Proprio in attesa del risultato, il sequestro dello stupefacente e l’arresto del pakistano sono stati posticipati. Le altre persone coinvolte nel traffico di stupefacenti sono ancora da individuare, ma intanto per Javid Khan Afridi, che si trova ancora a Montacuto dopo l’arresto di aprile, si apre il processo. L’uomo è rappresentato dall’avvocato Simone Matraxia, che di recente ne ha assunto la difesa.

Analizzando i cristalli, i finanzieri hanno stabilito che sul totale dei granelli sequestrati, la droga era presente con concentrazione di circa il 50 per cento, tanto da permettere di confezionare quasi 10mila dosi. Al pakistano è contestato lo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantità: sono accuse che potrebbero costargli oltre venti anni di reclusione. La difesa potrebbe valutare la possibilità di chiedere un rito alternativo, che permetterebbe una riduzione della pena, per un terzo.