Ex Ceccotti: interviene la Corte di Strasburgo

Gabriele Frontoni porta il Comune davanti alla Cedu per il mancato pagamento dell’indennizzo di esproprio sull’area privata del comparto

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di Lorena Cellini

Per il mancato pagamento dell’indennizzo di esproprio il proprietario di un’area del comparto ex Ceccotti trascina il Comune davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ha presentato ricorso Gabriele Frontoni in una storia in cui si intrecciano cause civili e amministrative. Occorre risalire all’esproprio di un lotto effettuato per realizzare un parcheggio multipiano. Nel giugno del 2019 la famiglia Frontoni chiese al Comune lo svincolo della somma di 659.000 euro depositata in Cassa depositi e prestiti nel 2003, come indennizzo all’esproprio, determinata in via definitiva dalla Corte di appello di Ancona nel 2015 e confermata in Cassazione nel 2019. Davanti al silenzio del Comune per il rilascio al nullaosta, Gabriele Frontoni denuncia un comportamento contrastante con le norme di diritto nazionale e comunitario e annuncia il ricorso alla Corte europea di Strasburgo per la mancata o ritardata esecuzione di sentenze nazionali. Il Comune ha sempre sostenuto di aver fatto quanto in suo potere fin dal 2015 e che Frontoni non aveva diritto allo svincolo fino a quando era stata pendente l’azione promossa in tribunale dalla società beneficiaria dell’esproprio. Ma a Palazzo Sforza a novembre ha bussato il postino della Presidenza del Consiglio dei Ministri per comunicare che la Corte europea ha esaminato il caso e proposto al Governo italiano di definire la vertenza in via amichevole entro il 6 gennaio del 2023, prevedendo il pagamento al ricorrente di un importo per il danno subito e anche l’impegno a garantire l’esecuzione delle sentenze nazionali entro tre mesi, con l’avvertimento che in caso di condanna lo Stato eserciterà la rivalsa nei confronti dell’amministrazione civitanovese. Per gestire la questione la giunta si è affidata all’avvocato Andrea Calzolaio, che ha seguito gran parte delle vertenze ex Ceccotti e che ha evidenziato "che Frontoni si duole del fatto che l’indennità di esproprio gli è stata pagata con molto ritardo e solo in parte, ossia limitatamente all’importo dell’indennità provvisoria depositato a suo tempo presso la Tesoreria. La sua tesi è che un insieme di ritardi ha fatto sì che l’indennità sia divenuta esigibile solo dopo molti anni, quando la società debitrice era ormai fallita". Il legale, basandosi sulla richiesta di frontoni di 400.000 euro ha indicato come suo compenso l’importo di 7.612 euro per seguire la causa ed evitare che il Comune venga condannato e subisca l’azione di rivalsa.