Civitanova, l'ira del commerciante. "I rom mi hanno svaligiato il negozio"

Razzìa da Maracanà, il titolare li insegue. "Ma i vigili non sono intervenuti"

Giordano Perini titolare del negozio 'Maracanà' (foto De Marco)

Giordano Perini titolare del negozio 'Maracanà' (foto De Marco)

Civitanova Marche, 23 marzo 2018 - Un negozio di abbigliamento sportivo invaso da donne e bambini rom, circondano il titolare e spariscono diciotto capi di abbigliamento, pantaloni e felpe, per un valore pari a circa 1.200 euro. E lui sbotta contro tutto e tutti, Amministrazione comunale e vigili urbani in primis.

«Sono entrati in sedici, ho dovuto togliere dalle mani dei bambini gli orologi della Tom Tom, mentre le donne in pochi secondi rubavano abbigliamento sportivo. Poi sono usciti e si sono diretti verso il lungomare sud», racconta Giordano Perini, titolare del 'Maracanà' di via Cecchetti e che nel momento dell’invasione era in negozio insieme alla commessa Michela Ciccioli. Perini si accorge del furto in diretta e quando il clan se ne va, lo segue fino al lungomare e si ferma con la macchina vicino a uno dei camper usati dai nomadi, che stazionano sul litorale, e aspetta che arrivino le forze dell’ordine nel frattempo avvertite.

Lo raggiunge una pattuglia della polizia municipale. «Erano a bordo di una Fiat Panda e però non sono scesi. Mi hanno detto che per intervenire dovevano aspettare i carabinieri», riferisce furioso, anche contro la politica, perché quello dell’allontanamento dei rom è stato l’argomento su cui si è giocata tutta la campagna elettorale delle ultime amministrative. «Era lo slogan del sindaco – ricorda Perini – e mi sarei aspettato di vedere i fatti». Chi interviene alla fine sono i carabinieri, che però nei camper non trovano nulla, mentre dopo una ricognizione esterna parte della refurtiva viene rinvenuta in un raccoglitore di rifiuti proprio vicino a quei camper.

Vengono recuperate quattro paia di pantaloni, due ancora con le etichette attaccate e altre due no. Ma non basta per accusare e denunciare i nomadi, perché la merce non era in loro possesso al momento del ritrovamento. Da un anno e mezzo a questa parte sono cinque gli episodi di taccheggio subiti da Perini ad opera di rom e sbandati.