"Mio figlio di 17 anni ha una flebite Impossibile un ecodoppler urgente"

La denuncia del padre: "In questo modo certi pazienti rischiano davvero delle gravi conseguenze"

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"Mio figlio di 17 anni con una grave flebite al polpaccio destro non ha alcuna possibilità di poter ricevere un ecodoppler con urgenza, né nelle strutture pubbliche né in quelle private. Ma come è possibile che in questa regione possa accadere una cosa simile? Non voglio incolpare nessuno, ma far capire a tutti che in questo modo certi pazienti rischiano davvero delle gravi conseguenze". La denuncia di quella che, stando a tale testimonianza, sarebbe una grave mancanza per la sanità marchigiana viene da Roberto M., un civitanovese padre di un ragazzo che la scorsa notte è stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dopo esservi entrato in seguito alla "tumefazione del polpaccio destro". Un evidente gonfiore del piede quello accusato dal giovane, che aveva convinto i preoccupati genitori a fare richiesta di cure. "Mio figlio è arrivato al pronto soccorso intorno all’una di notte – racconta il padre –, ed è uscito quando erano più o meno le tre. La lettera di dimissioni parla chiaramente di flebite, che è molto pericolosa perché possono svilupparsi dei trombi: perciò è necessario un monitoraggio attraverso l’ecodoppler. Purtroppo, il cup regionale non è in grado di prenotare tale visita con urgenza e anche affidandosi alla sanità privata la situazione non cambia. Ho contattato diverse strutture e la disponibilità più immediata è prevista per giovedì. Ma così un paziente che ha quest’esigenza rischia davvero molto. Mio figlio ha solo 17 anni: ci rendiamo conto delle gravità della cosa?" Per chiarire, l’ecodoppler è un esame che, attraverso delle onde sonore, permette di rilevare anomalie o malattie producendo delle immagini a colori dei principali vasi sanguigni. Sulla mancanza di tale possibilità "sembra che al momento manchino gli specialisti – prosegue Roberto M. –. Non voglio incolpare nessuno e mi rendo conto benissimo delle difficoltà che incontrano i professionisti del settore. Infatti, credo proprio che non sia responsabilità del personale medico questa grave mancanza: chi lavora nella sanità è stremato perché è sotto organico. Forse, la colpa è dello Stato che ha tagliato i fondi necessari. Ma ricordo che il pronto soccorso di Civitanova deve coprire un’area molto grande, comprendente, oltre alla nostra città, anche tutti gli altri comuni limitrofi, alcuni dei quali sono ricchi di abitanti. E’ chiaro che poi si formano delle lunghe file e che i pazienti rimangono indietro".

Francesco Rossetti