"Prima cercò di rapinare un uomo e poi aggredì anche i poliziotti" Condannata a cinque anni e mezzo

di Paola Pagnanelli

Prima aveva aggredito un uomo, per portargli via il token del suo conto corrente, poi se l’era presa con i poliziotti accorsi: accusata di rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, è stata condannata a cinque anni e mezzo di reclusione una tunisina di 42 anni. Il fatto era successo a Civitanova il 21 maggio del 2019. Nei pressi di una banca la donna, Amel Saidi, aveva aggredito un uomo, colpendolo con pugni e calci, e lo aveva preso per il collo, allo scopo di portargli via il token bancario, cioè il piccolo dispositivo elettronico per accedere ai conti correnti online. Colto di sorpresa, il civitanovese aveva tentato di sottrarsi a quella furia violenta. Intanto, per fortuna, era arrivata la polizia, e la donna invece di calmarsi se l’era presa anche con gli agenti: anche contro di loro erano partiti calci e pugni, sputi e minacce, fino a quando non era stata bloccata. Ieri per la donna si è chiuso il processo in tribunale, a Macerata. In aula sono stati sentiti i vari testimoni del fatto, e cioè l’uomo aggredito nei pressi della banca – che al pronto soccorso aveva avuto una prognosi di otto giorni per le lesioni riportate nella colluttazione con la sconosciuta – e gli agenti del commissariato di polizia di Civitanova che erano intervenuti per bloccare la tunisina fuori di sé. Alla fine dell’istruttoria, come chiesto dal pubblico ministero Rosanna Buccini alla luce di quanto emerso nel corso del processo, il collegio presieduto dal giudice Roberto Evangelisti le ha inflitto la pena di cinque anni e mezzo di reclusione per i tre reati di cui era accusata. Adesso però la nordafricana, che è difesa dall’avvocato Francesco Mantella, potrà fare appello contro la sentenza di primo grado per tentare di dimostrare la sua innocenza e l’infondatezza delle accuse. Quando la condanna sarà definitiva, se rimarrà la pena prevista, la donna dovrà poi scontarla nel carcere.