"Qualità e prezzi invariati, il nostro impegno"

I ristoratori alle prese con l’impennata del costo dei prodotti, ma nonostante la crisi restano ottimisti per il periodo estivo

Migration

di Enrico Panichelli

"La bolletta dell’elettricità è schizzata a importi record. Idem i costi delle materie prime. Resta difficile mantenere i prezzi invariati". Anche i ristoratori della città sono preoccupati per questo periodo fitto di insidie e difficoltà. Andrea Bettucci di Farmer Market dice: "Uova, farina, carne e olio hanno visto i rincari più pesanti. Le prime, ad esempio, acquistandole dal produttore sono passate da 30 a 40 centesimi a causa anche dei mangimi che provengono dall’est Europa. Noi per filosofia usiamo solo prodotti locali, però abbiamo dovuto ritoccare leggermente alcune voci del menù. I nostri clienti continuano a sceglierci e stiamo ritornando addirittura a numeri da pre-Covid. Tuttavia, a parità di incassi, con le spese triplicate siamo costretti a navigare a vista".

Anche Enzo Paolucci del ristorante ’Da Enzo’ è preoccupato per i costi che stanno rendendo la vita dei ristoratori più difficile, ma rimane comunque positivo: "Qualche presenza in meno si nota, così come si percepisce il timore dei clienti. L’olio ha avuto un surplus del 50% e il pesce in linea di massima ha avuto un incremento simile. Peraltro, lo sciopero dei pescatori per l’aumento del gasolio ha portato ripercussioni sull’asta. Nonostante questo, essendo il nostro un ristorante familiare siamo riusciti a mantenere i prezzi fissi. Cerchiamo di venire incontro ai nostri clienti e possiamo dire che, nonostante il periodo, stiamo andando bene".

Antonia de Battista e Leonardo Pepa di ’Noi Restaurant’ fanno il raffronto con le annate precedenti: "Per quanto concerne i rincari, appartenendo ad una categoria di ristorazione medio-alta, li percepiamo in alcuni prodotti specifici. Purtroppo, l’incertezza si percepisce, la spesa per persona è scesa, però speriamo che questo momento possa terminare presto e rimania mo ottimisti per l’estate".

Questo invece il pensiero di Nico Iacoponi e Laura Severini di ’Ars Vivendi’: "I clienti stanno scegliendo i nostri aperitivi o l’aperi-cena per poter risparmiare. Anche se, da quando abbiamo stampato i menù qualche mese fa abbiamo lasciato gli stessi prezzi. Nel nostro caso, non avvertiamo un grosso calo, siamo rimasti in due e abbiamo fatto qualche sacrificio in più, ma lavoriamo bene. Civitanova sta rispondendo positivamente al momento storico".

Secondo Luca Bambozzi del ristorante ’Leone di mare’ si avvertono ancora gli strascichi portati dal Covid-19, oltre ai nuovi timori dovuti alla situazione internazionale: "Un po’ di paura c’è a causa di tutti questi rincari. L’aumento delle bollette a livello privato ha comportato dei freni psicologici inevitabili. Ma le restrizioni del Covid spingono a rinunciare ai tavoli numerosi, che sono molto rari. In qualsiasi caso, noi siamo un ristorante emergente, ma con la politica consolidata della vecchia gestione. Non abbiamo aumentato i prezzi per rimanere al fianco dei clienti, questo per noi è un vero e proprio salasso che cercheremo di sopportare al più lungo possibile".

Edoardo Perticarini di ’Molo 74’ sostiene: "Alcune voci sono aumentate parecchio, peraltro fondamentali, come ad esempio l’olio per friggere: 4 euro a litro. Cerchiamo di puntare sulla stagionalità del pesce per presrvare sia la qualità, sia i costi. Da unpo’ di tempo i clienti preferiscono un primo a testa e un secondo da condividere. Noi facciamo di tutto affinché chi ci sceglie si alzi dopo il pasto felice".