Quella difesa accorata di Donna Assunta

La vedova di Almirante, morta a 100 anni, era stata due volte in città lasciando un ricordo vivo fino ad oggi

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di Giuliano Forani

La ricordano tanti in città, a Civitanova, Donna Assunta, la moglie di Giorgio Almirante, leader indiscusso della destra dopo la caduta del fascismo. A Civitanova venne in due occasioni: la prima volta nel 2004, quando la giunta di centrodestra a guida Marinelli, decise di intestare ad Almirante l’ampia strada di accesso ai licei e alla scuola media Annibal Caro; la seconda nel 2013, quando la giunta di centrosinistra a guida Corvatta, decise di rimuovere quella intestazione, visti i trascorsi di un personaggio legato al fascismo. La via sarebbe stata intestata a Nelson Mandela.

In entrambi i casi Donna Assunta dimostrò il carattere risoluto e forte che tutti le riconoscevano. Nel 2004, scortata da carabinieri e polizia, dinanzi alla targa intestata al marito e di fronte ad una folla plaudente di fedeli e ammiratori, ne tracciò la storia con voce stentorea e sicura, decantandone i meriti politici e umani. Fu, invece, una Donna Assunta del tutto diversa quella che venne nel 2013. Il sindaco aveva deciso di eliminare quella targa, e un suo assessore ne prese un duplicato e con rabbia e disprezzo lo gettò nel cestino dei rifiuti in un ufficio del palazzo comunale. Ne seguirono polemiche feroci. Donna Assunta fu informata dei fatti e venne di persona in città per censurare un atteggiamento che definì "sacrilego", contro un uomo che era deceduto e, disse, aveva lavorato per la patria e la pacificazione. Un discorso appassionato, un fiume di parole pronunciate con il dolore di una donna che amava suo marito e ne condivideva pienamente il pensiero.