Sanzioni eccessive: marea di rimborsi

Chi ha versato di più per abusi edilizi, ora chiede la restituzione. Il Comune si affida a un legale

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Sanzioni alternative alle demolizione di abusi edilizi sono state calcolate dal Comune con parametri penalizzanti per i cittadini. Dopo due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che hanno dato torto all’ente pubblico, fioccano su Palazzo Sforza le richieste di rimborso da parte di cittadini che hanno già pagato, così l’amministrazione è costretta a rivolgersi a un legale perché non sa come comportarsi. Sono in parecchi a pretendere la restituzione parziale degli importi versati. Si parla di casi legati agli abusi edilizi sanati attraverso il pagamento di sanzioni amministrative calcolate dal Comune sulla base di tariffe stabilite con una delibera consiliare del 2015 (n. 82).

Tutto comincia quando le signore C. E. B. e F. S. M., rappresentate dall’avvocato Susanna Santini, presentano ricorso al Tar contro il Comune che nel marzo del 2016 appioppa alle due una maxi multa di 71.178 euro. A seguito di trattative che devono affrontare per la vendita di un appartamento ultimato nel 1969 e reso agibile nel 1971, emergono difformità rispetto al progetto originario autorizzato: 40 metri quadrati in più. Chiedono allora di regolarizzare la loro posizione attraverso l’applicazione della misura sanzionatoria. Il Comune nel marzo del 2016 presenta il conto di 71.178 euro, utilizzando come parametro di calcolo l’aggiornamento delle tariffe deciso con la delibera del 2015 del costo di costruzione e del costo di produzione. Le due si rivolgono al Tar e chiedono l’annullamento del provvedimento e della delibera, e la sentenza del tribunale è a loro favore.

Il Comune non ci sta, nel 2017 propone appello che però viene respinto dal Consiglio di Stato nel 2021 con la motivazione che “il principio dell’attualità della sanzione vige quando non v’è altro che rimuovere l’abuso o la difformità e rimettere in pristino lo stato dei luoghi..“, stabilendo che il Comune ha facoltà di aggiornare i costi di costruzione “ma come tutte le tariffe che s’incorporano in sanzioni amministrative, esse valgono per l’avvenire e non retroagiscono al tempo del commesso abuso“.

Davanti alle sentenze e alle conseguenze che stanno provocando, il dirigente dell’Ufficio tecnico ha chiesto all’amministrazione comunale di nominare un legale per ottenere un parare che indichi la procedura da adottare in presenza delle richieste di rimborsi. E’ stata incaricata Cristina Cingolani, l’avvocato che ha già assistito il Comune nei procedimenti davanti al Tar e e al Consiglio di Stato.

Lorena Cellini